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Legge 81/2008, Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro

Il Decreto Legislativo 81/08 rappresenta un indiscutibile punto di riferimento in materia di sicurezza sul lavoro. Basti pensare che questo decreto è noto, come “Testo Unico per la sicurezza sul lavoro”.

Questo intervento legislativo è così importante perché ha permesso di raccogliere e razionalizzare le normative precedenti che trattavano argomenti fondamentali per ogni tipo di azienda, come la valutazione dei rischi sul lavoro, la prevenzione negli ambienti professionali, la sicurezza dei lavoratori e la loro tutela.

Legge 81/2008, la struttura del testo

Il D. Lgs. 81/2008, introdotto nel nostro ordinamento giuridico il 9 aprile del 2008, è suddiviso in 13 Titoli. Riportiamo l’elenco qui di seguito:

  • Disposizioni generali (Titolo I)
  • Luoghi di lavoro (Titolo II)
  • Uso delle attrezzature di lavoro e dei Dispositivi di Protezione Individuale (Titolo III)
  • Cantieri temporanei o mobili (Titolo IV)
  • Segnaletica di sicurezza (Titolo V)
  • Movimentazione manuale dei carichi (Titolo VI)
  • Videoterminali (Titolo VII)
  • Agenti fisici (Titolo VIII)
  • Sostanze pericolose (Titolo IX)
  • Agenti biologici (Titolo X)
  • Atmosfere esplosive (Titolo XI)
  • Disposizioni penali (Titolo XII)
  • Disposizioni finali (Titolo XIII)

Approfondiremo ora gli aspetti essenziali del decreto, riguardanti ovviamente la sicurezza nei luoghi di lavoro in ciascun territorio del nostro Paese.

Quali sono i soggetti coinvolti quando si parla di sicurezza sul lavoro?

Il decreto ha avuto l’importante funzione di stabilire le procedure e le misure da mettere in atto per aumentare la sicurezza di chi, ogni giorno, si trova a svolgere determinate mansioni nei luoghi di lavoro.

Ma a chi si applica il D.lgs 81/08 Essenzialmente a due soggetti:

  • il datore di lavoro
  • i lavoratori.

Il D. Lgs. 81/08 definisce il primo come il soggetto titolare del rapporto di lavoro con i secondi, nonché colui che ha la responsabilità dell’organizzazione aziendale (o dell’unità produttiva), dal momento che detiene il processo decisionale e sostiene le spese.

Sul datore di lavoro ricadono gli obblighi e le sanzioni (anche a livello penale) correlate alla legislazione sulla sicurezza nel mondo dell’industria. La possibilità di fare riferimento ad una norma che legifera unitamente le attività di ciascun settore obbliga i datori di lavoro a valutare i rischi a prescindere dal numero di lavoratori impiegati e dall’ambito operativo.

I suoi dipendenti, invece, sono definiti dallo stesso decreto come coloro che svolgono un’attività lavorativa (retribuita o meno) nell’organizzazione, anche solo per apprendere un mestiere, una professione o un’arte, con esclusione degli addetti ai servizi domestici e familiari.

I lavoratori autonomi sono considerati alla stregua delle altre categorie di lavoratori. I liberi professionisti devono munirsi di una tessera di riconoscimento e sono tenuti ad utilizzare apparecchiature e dispositivi di protezione in conformità con la norma.

I diritti del lavoratore si suddividono in quattro gruppi principali:

  • diritto alla sicurezza
  • diritti patrimoniali
  • diritti personali
  • diritti sindacali

L’attività assicurativa, anch’essa disciplinata dal T.U. 81, è gestita dall’INAIL attraverso l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali.

L’INAIL esegue, inoltre, gli interventi di verifica periodica e collaudo di apparecchiature, macchine e impianti utilizzati nei luoghi di lavoro.

La revisione del Decreto Legislativo 81/2008 ha introdotto la nuova definizione di lavoratore, ampliando il concetto per includere figure professionali precedentemente marginali, in linea con l’evoluzione del mondo del lavoro e delle sue esigenze di sicurezza. Questa modifica normativa riflette l’adattamento della legislazione alla realtà lavorativa contemporanea, considerando vari tipi di impiego e relazioni lavorative, inclusi i lavoratori autonomi e quelli a distanza. Tale riconfigurazione mira a garantire che tutte le categorie di lavoratori siano adeguatamente protette dalle norme sulla sicurezza sul lavoro, enfatizzando l’importanza di un approccio inclusivo alla prevenzione dei rischi e alla tutela della salute in ogni ambiente lavorativo.

Il Documento di Valutazione dei Rischi

Uno degli aspetti fondamentali per la tutela della salute dei lavoratori risulta essere la stesura della valutazione dei rischi.

A tal proposito è prevista la redazione di un particolare documento, il DVR (Documento di Valutazione dei Rischi), strumento adoperato per valutare i rischi connessi con tutte le attività svolte all’interno dell’azienda, incluse quelle che comportano rischi particolari per i lavoratori (per esempio attività legate all’utilizzo di determinati impianti), oltre che lo stress lavoro-correlato.

La predisposizione di tale documentazione deve avvenire, in conformità alla legge, non oltre 90 giorni dall’avvio delle attività di ogni unità produttiva in cui si trova a operare almeno un dipendente. Oltre ai criteri adottati per valutare i rischi a cui sono esposti i lavoratori, il DVR deve contenere anche un programma con gli strumenti da utilizzare e le azioni da intraprendere per aumentare e migliorare i livelli di prevenzione e protezione per i lavoratori e migliorare le condizioni di sicurezza nell’ambiente di lavoro.

Il DVR deve includere anche il monitoraggio interno ed esterno della sicurezza, ovvero il resoconto delle attività controllabili direttamente con le risorse interne e le misure di prevenzione e protezione da controllare con contratti di fornitura.

Il documento deve, infine, contenere informazioni dettagliate sui rischi specifici (come il rischio chimico, i rischi di tipo ambientale, il rischio vibrazioni, il rischio legato all’esposizione ad agenti cancerogeni).

Nell’ambito della sicurezza nei luoghi di lavoro, la esposizione al rumore assume una rilevanza particolare, come sottolineato dal Decreto Legislativo 81/2008. Questo aspetto rientra nella categoria degli agenti fisici menzionata nel testo, che impone alle aziende di valutare e gestire i rischi legati al rumore per proteggere la salute auditiva dei lavoratori. L’identificazione delle aree lavorative dove l’esposizione supera i limiti consentiti e l’adozione di misure di controllo, come l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale e l’implementazione di soluzioni tecniche per la riduzione del rumore, sono passaggi obbligatori per assicurare un ambiente di lavoro sicuro e conforme alle normative vigenti.

Nomina del RSPP , del RLS e del medico competente

Nel DVR devono essere forniti i nominativi di quattro figure fondamentali all’interno dell’azienda:

  • il datore di lavoro,
  • il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP),
  • il medico competente
  • il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), o quello territoriale (RLST).

Il RSPP svolge diversi compiti: effettua l’individuazione dei fattori di rischio e la valutazione dei rischi (per esempio legati agli infortuni o a una malattia professionale); individua la procedura corretta di sicurezza per le attività svolte nelle imprese; propone i programmi di formazione e aggiornamento dei lavoratori.

Il RSPP deve inoltre registrare i mancati incidenti, ovvero quegli eventi che avrebbero potuto causare infortuni o danni alle cose ma che, per puro caso, non hanno avuto esiti significanti per i presenti.

Il datore di lavoro può svolgere il ruolo di RSPP, a patto che rispetti uno dei seguenti requisiti:

  • possesso di diploma di scuola superiore;
  • partecipazione a un corso di 16 ore, 32 o 48 ore in funzione del rischio aziendale;
  • Il ruolo di rspp datore di lavoro può essere svolto nelle aziende con un numero massimo di lavoratori:
    1) artigiane o industriali, con un massimo di 30 addetti;
    2) agricole o zootecniche, che occupano fino a 10 addetti;
    3) ittiche, con un limite di 20 addetti;
    4) altri settori, fino a 200 addetti.

In alternativa il suo ruolo può essere ricoperto da un dipendente che abbia svolto un corso con monte ore variabile da un soggetto esterno che presenti il grado di competenza richiesta.

Il RLS, invece, è il soggetto designato per rappresentare i lavoratori in merito ad aspetti legati alla salute e alla sicurezza sul lavoro, nonché colui che si attiva per ottenere una consulenza legale in caso di necessità.

È obbligatorio nominare il medico competente nei casi in cui sia obbligatoria la sorveglianza sanitaria. In questo caso i lavoratori dovranno effettuare visite mediche preventive.

Squadra antincendio e squadra di primo soccorso

La squadra antincendio è costituita da addetti del personale ai quali è affidata la gestione di situazioni di emergenza, come il caso di un incendio o di un’evacuazione (da effettuare con le modalità corrette).

È richiesta, a tal proposito, una specifica formazione, il cui monte ore varia a seconda del livello di rischiobasata su diversi argomenti, come la manutenzione dei sistemi antincendio e le prassi da adottare nelle emergenze:

La squadra di primo soccorso ha la funzione di gestire le emergenze sanitarie. I suoi componenti devono partecipare a corsi di formazione (il cui monte ore varia a seconda della classificazione dell’azienda) e ad aggiornamenti triennali.

Conclusioni

Per migliorare la sicurezza sul lavoro è possibile accedere a fondi messi a disposizione dall’Agenzia Europea per la Sicurezza sul luogo di lavoro. La direzione aziendale deve predisporre dei progetti e i più meritevoli accederanno ai finanziamenti.

È sufficiente presentare una domanda dopo aver compilato l’apposita modulistica.