Stress Lavoro Correlato: cos’è, cause, sintomi e come prevenirlo
Dal primo gennaio 2011 è obbligatorio per i datori di lavoro effettuare una valutazione su un particolare tipo di rischio per la salute dei lavoratori in azienda: il rischio di stress correlato al lavoro.
È il D. Lgs. 81/2008 (cui sono seguite delle modifiche con il D. Lgs. 106/2009) ad aver introdotto questo obbligo, andando a colmare un vuoto legislativo in materia di benessere negli ambienti di lavoro.
Vediamo in cosa consiste questa tipologia di rischio e in che modo avviene la gestione dello stesso.
Un rischio spesso sottovalutato
Quando si parla di rischi per un lavoratore all’interno dei luoghi di lavoro, si pensa soprattutto a quelli legati agli infortuni o a una malattia professionale. Nel contesto aziendale si tende a sottovalutare rischi legati alla salute fisica e mentale di ciascun lavoratore. Tra questi c’è appunto lo stress. Ma di cosa si tratta esattamente e quando si manifesta?
Con il termine “stress” ci si riferisce a uno stato di tensione fisica e mentale associato all’attività lavorativa che emerge quando le richieste del luogo di lavoro sono superiori alle capacità del lavoratore di gestirle. Colpisce molti più lavoratori di quanto si pensi (l’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro stima che nell’UE ne soffre più di un lavoratore su quattro), con una percentuale maggiore di donne.
Non è considerato di per sé una patologia dalla normativa vigente, bensì una condizione che può creare seri problemi non solo alla produttività del lavoratore, ma anche alla sua salute, inficiando notevolmente sulla qualità della sua vita. Non va confuso, inoltre, con il termine “mobbing”, che sta a indicare una sistematica persecuzione intenzionale verso un certo soggetto al fine di arrecarle danno fino alla perdita del lavoro, né tantomeno con il “burnout”. Questo termine si riferisce a ciascun lavoratore che arriva a subire condizioni di stress molto elevate e che sfociano in difficoltà eccessive nel gestire i carichi di lavoro.
Le cause dello stress correlato al lavoro
È importante chiedersi quali siano i fattori scatenanti che diano luogo a condizioni di stress fisico e psicologico per i lavoratori.
Possiamo fornire un elenco delle cause più comuni:
- Obiettivi aziendali troppo elevati rispetto alla produttività di ciascun lavoratore impegnato nella propria mansione;
- Rapporti interpersonali con i colleghi caratterizzati da tensione e mancanza di fiducia;
- Carico di lavoro eccessivo (per esempio turni di lavoro troppo lunghi);
- Ansia da prestazione;
- Eccessive responsabilità per i dipendenti nello svolgimento delle proprie mansioni;
- Scarsa comunicazione o mancato coinvolgimento nella definizione dei compiti all’interno dell’azienda.
I sintomi dello stress lavoro-correlato
Come si può individuare la presenza di una condizione di stress per un lavoratore in azienda? A tal proposito è opportuno considerare alcuni sintomi la cui manifestazione è quasi sicuramente sinonimo di presenza di stress. Essi sono legati ad aspetti comportamentali, psicosomatici e psicologici.
Alcuni esempi sono i seguenti:
- Particolare irritabilità nei comportamenti con colleghi e familiari;
- Sensazione abituale di stanchezza apparentemente ingiustificata;
- Frequenti attacchi di panico;
- Disturbi alimentari, circolatori, respiratori o legati al sonno;
- Disturbi di personalità, non necessariamente caratterizzati da una specifica sindrome;
- Basso livello di concentrazione e bassa autostima.
Il problema dello stress da lavoro correlato è molto più serio di quanto normalmente si pensi, in quanto non inficia solo sulla qualità del lavoro prestato nello specifico ambiente professionale: spesso può sfociare in vere e proprie patologie come uno stato di depressione, che va curato grazie all’aiuto di un esperto con delle solide competenze in materia di psicologia attraverso una consulenza terapeutica.
Come prevenire lo stress da lavoro correlato
Non ci sono dubbi sul fatto che, tra gli strumenti utilizzati per limitare i conflitti derivanti dallo stress, un ruolo fondamentale lo giochi la prevenzione.
Alcuni interventi di legge hanno affrontato argomenti come la tutela e la protezione dei lavoratori dai rischi legati allo stress lavoro-correlato. Tra i diritti fondamentali dei lavoratori rientra, infatti, la valutazione del proprio stato di salute da parte di uno specialista preposto, che sia il medico competente o lo psicologo del lavoro. L’intervento di specialisti è un bene non solo per i lavoratori che soffrono di stress, ma anche per i datori di lavoro, dal momento che avere in azienda del personale con un ottimo stato psicofisico porta a migliori risultati non soltanto da un punto di vista individuale ma anche a livello di gruppo.
Non è da sottovalutare, tra gli strumenti di prevenzione, una formazione approfondita, sia per dirigenti che per lavoratori, al fine di aumentare la comprensione in relazione allo stress e quindi la possibilità di un maggiore controllo dello stesso, soprattutto relativamente alla specifica situazione aziendale in cui ci si trova a dover agire.
Molto utile per migliorare la percezione, da parte dei lavoratori, dei rischi associati al lavoro, e tra questi lo stress correlato, è la somministrazione di specifici questionari. Attraverso la compilazione di tali strumenti, articolati in più domande, è possibile estrapolare, caso per caso, delle informazioni significative sui potenziali fattori di rischio di stress per i dipendenti di un’azienda.
Normalmente il questionario ha la forma di un test di autovalutazione: in questo modo il lavoratore coinvolto ha la possibilità di esprimere, in autonomia e senza condizionamenti, quanto è alta la possibilità che il lavoro richiesto dal proprio responsabile sia eccessivo e quindi una potenziale fonte di stress.
Obblighi del datore di lavoro
La valutazione del rischio di stress lavoro-correlato va inserita obbligatoriamente nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).
Tale valutazione va effettuata con una frequenza non inferiore a due anni, a meno che le precedenti valutazioni non abbiano rilevato situazioni di disagio che richiedano tempistiche inferiori. Qualora il datore di lavoro non provveda a effettuare la valutazione del rischio in questione, gli verranno comminate delle sanzioni pecuniarie che oscillano tra 2.000 e 6.400 euro.
Anche in base a questa informazione risulta importante procedere con l’effettuazione della valutazione demandata ai datori di lavoro. I corsi rischi specifici come il corso di formazione sullo stress lavoro correlato sono essenziali per formare i lavoratori sui pericoli unici del loro ambiente lavorativo, migliorando la sicurezza e prevenendo incidenti.
Lo stress non colpisce tutte le persone allo stesso modo.
L’azione patogena dello stress a parità d’intensità e durata, è in funzione di fattori condizionanti che possono esaltare o bloccare una conseguenza o l’altra dello stress.
Può trattarsi di condizionamento interno (costituzione, predisposizione genetica, carattere, età o sesso) oppure esterno (farmaci, dieta, fattori ecologici, abitudini, esperienza).
E’ possibile così che uno stress ben tollerato da alcuni individui possa in altri diventare patogeno e provocare malattia sotto l’influenza negativa di tali fattori condizionanti.
Può verificarsi però anche il contrario, e cioè che l’effetto di uno stimolo a elevata carica stressante per la maggioranza degli individui può essere ridimensionato in altre persone grazie all’azione protettiva di condizionamenti esterni o interni.
È stato osservato che lavorare in telelavoro, spesso o quasi sempre, senza gli spazi di condivisione o i rapporti diretti con i superiori o con i colleghi, comporta conseguenze che non possono essere trascurate. L’assenza di questa condivisione non riguarda solo lo svolgimento del lavoro, ma anche la mancanza di contatti diretti, come ad esempio le conversazioni durante la pausa caffè al mattino.
Stress da Smart Working, Cause, Rimedi e Rischi di Depressione
Di conseguenza, i lavoratori che operano in smart working sono maggiormente esposti al rischio di tecnostress, che si riferisce allo stress causato dall’utilizzo delle nuove tecnologie, inclusi i loro malfunzionamenti (fonte: Wikipedia). Il tecnostress rappresenta un rischio informativo e cognitivo che può causare danni psicofisici, tipici del burnout, come ansia, attacchi di panico, depressione, insonnia, eccetera. Pertanto, il lavoro a distanza, quando svolto per la maggior parte del tempo lontano dalla sede aziendale, può rappresentare una fonte di stress correlato al lavoro.
È estremamente importante che l’azienda presti molta attenzione alle conseguenze dello smart working quando praticato in modalità di lavoro solitario, soprattutto dai dipendenti che sono spesso fuori sede senza alternare momenti di presenza in azienda o che non possono utilizzare gli spazi comuni. Inoltre, è importante che il medico competente tenga in considerazione questo aspetto e che sia lui a consigliare al datore di lavoro le migliori soluzioni per i dipendenti a rischio, suggerendo visite periodiche presso l’azienda in base alla mansione svolta.
Un altro aspetto che potrebbe generare stress nelle attività di smart working è la mancanza di una corretta organizzazione del confine tra lo spazio lavorativo e quello domestico. Inoltre, si dovrebbe considerare il potenziale danno psicologico-relazionale che potrebbe portare a un significativo aumento delle patologie ansioso-depressive, nonché a possibili compromissioni delle capacità empatiche e cooperative. Infatti, lavorare a distanza comporta un cambiamento nell’identificazione della persona stessa, che diventa un individuo indefinito dietro uno schermo, rendendo difficile l’associazione di sentimenti e la creazione di relazioni. Questo può essere risolto creando momenti comuni, ad esempio programmando regolari contatti diretti tra i collaboratori o in generale tra i lavoratori che operano nello stesso ambito, utilizzando videochiamate o attività che richiedono confronto sugli obiettivi e sull’andamento dei compiti aziendali.
Dobbiamo considerare quindi che:
La risposta allo stress è variabile da persona a persona. Stimoli dotati dello stesso potere stressante non provocano necessariamente la stessa reazione in individui diversi; così come condizioni stressanti di vario genere possono indurre la medesima risposta in persone diverse. Ciò significa che l’organismo, pur rispondendo allo stress secondo uno schema biochimico e somato-viscerale stereotipato, è in grado di modulare, a seconda del singolo individuo, l’entità e il grado di risposta (che in alcuni casi assume il significato di agente patogeno) cui è ripetutamente esposto.
Lo stress per assumere un ruolo importante nella genesi d’alcune malattie, deve avere carattere reiterato nel tempo, oltre che possedere un’intensità tale da innescare sempre processi biochimici che sottendono la reazione di stress.
Nel considerare il ruolo dello stress nell’eziologia di certe malattie, è da chiedersi se esso sia rilevante o causale, se il suo effetto sia causa essenziale e necessaria o solo una concausa o solo un elemento accessorio. E’ necessario inoltre sapere se lo stress agisce come fattore predisponente alla malattia.
Nelle varie prospettive di ricerca e nei vari modelli che le principali scuole adottano nello studiare e nel definire il fenomeno dello stress organizzativo, viene data una giusta enfasi alle caratteristiche di personalità che un individuo può presentare e che possono essere, a un tempo, una componente facilitatoria o inibitoria degli effetti negativi dello stress.