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Disabilità e sicurezza sul lavoro: informazioni utili

Le norme italiane ed europee impongono il trattamento equo di tutti i lavoratori, soprattutto sul tema della sicurezza e con un’attenzione particolare alle persone con disabilità. Luoghi e modalità di lavoro vanno adattati in funzione delle loro problematiche e delle loro capacità.

Le leggi, a questo proposito, impongono delle specificità in materia di valutazione del rischio, tutela della salute e dei diritti e prevenzione di ogni discriminazione. Con pochi accorgimenti, è possibile implementare ogni soluzione necessaria a rendere sicuro il luogo di lavoro anche per le persone affette da disabilità.

Situazione normativa

Le leggi in materia di sicurezza e salute dei lavoratori e di chi ha accesso al luogo di lavoro concernono in particolar modo un’ampia categoria di persone che soffrono di qualsiasi difficoltà o disabilità psichica o motoria, anche legata a una condizione temporanea.

Le normative europee in merito sono molteplici; aziende e imprese di ogni settore dovrebbero conoscerle per avere un quadro generale della situazione vigente e della cultura della prevenzione.

  • Direttiva 89/391/CEE, sulla promozione della sicurezza e della salute mentale e fisica dei cittadini lavoratori. Stabilisce che il datore di lavoro debba adottare provvedimenti a protezione dei gruppi più a rischio.
  • Direttiva 89/654/CEE, sulle prescrizioni minime di sicurezza sul luogo di lavoro. In base a questa legge, ogni ambiente del luogo di lavoro va organizzato tenendo conto di ogni necessità sociale e funzionale dei portatori di handicap.
  • Direttiva 89/655/CEE, sulla sicurezza nell’uso di attrezzature sul luogo di lavoro. Il datore di lavoro deve tener conto dei limiti dei lavoratori e dei principi di ergonomia nel dotare ciascuno delle attrezzature più adatte.
  • Direttiva 2000/78/CE, la più importante, su integrazione e parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro. Prevede l’obbligatorietà di consentire ai disabili l’inserimento lavorativo e la formazione, mediante l’adozione di misure pratiche come la riorganizzazione di locali, attrezzature e ritmi di lavoro e d’istruzione.

Quanto alla legge nazionale, si fa principalmente riferimento al decreto legislativo 81/08 (e modifiche successive) sull’attuazione della legge 123/07, il testo unico sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Valutazione del rischio e prevenzione delle discriminazioni

Il responsabile per la sicurezza sul lavoro individuato dalla normativa vigente, in ultima istanza, è sempre il datore di lavoro, sebbene in collaborazione con RSPP, ASPP, medici competenti e altre figure complementari.

La sua responsabilità si estende all’analisi dei rischi, alla loro prevenzione e alla sicurezza dei lavoratori. Tra i dover del datore di lavoro risulta controllare che il DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) stilato da ASPP e RSPP tenga conto anche dei lavoratori “esposti a rischi particolari” (come recita l’articolo 28 del succitato decreto legislativo), ossia i dipendenti affetti da disabilità.

I documenti sui rischi devono comprendere, in relazione ai disabili:

  • la previsione dei rischi specifici sul luogo di lavoro;
  • l’individuazione di particolari misure e dispositivi di supporto, prevenzione e protezione dal pericolo;
  • un efficace progetto di miglioramento a lungo termine del livello di sicurezza, con lo studio degli interventi da attuare (seguendo le linee guida del ministero, dell’INAIL o di altro istituto regionale o locale competente).

Tutto ciò va fatto individuando e interpellando i lavoratori disabili esposti a rischi peculiari, tenendo conto delle loro abilità e delle loro capacità, nonché consultando (nel pieno rispetto della riservatezza degli individui interessati) il medico competente e il personale addetto alla sicurezza.

Il principio guida di questa prevenzione deve essere quello di adattare il lavoro alle esigenze del lavoratore, per esempio modificando il metodo e i criteri di lavoro, le ore lavorative, le attrezzature, le procedure e l’ambiente di lavoro. Ciò è necessario anche al fine di evitare ogni disagio e discriminazione nei confronti delle persone con disabilità.

Inoltre, è fondamentale il coordinamento, nell’ottica della prevenzione sia dei rischi che delle discriminazioni. È necessario che il datore di lavoro operi in accordo da un lato con i responsabili e gli addetti alla salute, alla sicurezza e all’uguaglianza, e dall’altro lato con il lavoratore stesso, che va sempre interrogato in quanto, naturalmente, persona più adatta a comprendere le proprie specifiche esigenze.

Rendere sicuro il luogo di lavoro per i disabili

All’atto pratico, poi, il datore di lavoro deve curare l’accessibilità del lavoro per i disabili. Ciò non riguarda soltanto il mero accesso alla sede di lavoro, ma in generale la semplicità di utilizzo in autonomia di locali e attrezzature presenti nella struttura. Spesso, pochi accorgimenti potrebbero essere sufficienti a migliorare sensibilmente la tutela degli invalidi sul posto di lavoro, oltre che la qualità della vita e del lavoro stesso, evitando pericolose associazioni tra disabilità e rischi specifici.

In generale, comunque, è importante valutare e implementare le soluzioni per i portatori di handicap già durante la progettazione dei servizi, delle risorse e degli spazi, e non al momento dell’assunzione dei lavoratori disabili.

I provvedimenti da considerare riguardano le seguenti tematiche.

  • Ambiente di lavoro. È necessario adeguare i locali e le postazioni di lavoro ai vari tipi di disabilità, dai problemi motori (con l’eliminazione delle barriere architettoniche) ai difetti visivi e uditivi, a garanzia che ciascuno abbia adeguati spazi di attività e prodotti, strumenti e attrezzature funzionali, corredati da istruzioni idonee, chiare e semplici.
  • Segnaletica. Bisogna determinare con esattezza come si possano aiutare i disabili a circolare liberamente negli edifici, agevolandoli mediante opportune tecniche di segnaletica a forti contrasti e facili da seguire, specie nei percorsi più complessi (p. es. con molte scale o porte).
  • Comunicazione e formazione. Questi ambiti vanno programmati così da essere accessibili anche al lavoratore disabile, per esempio variando gli orari degli eventuali corsi professionali e informando in maniera semplice e chiara.
  • Organizzazione del lavoro. In funzione delle esigenze di mobilità dei soggetti disabili occorre modificare gli orari e le funzioni di lavoro, anche per consentire i trasferimenti necessari (per riposo, terapie per malattie particolari, assunzione di una medicina, riabilitazioni ecc.).
  • Procedure di emergenza. È fondamentale il collocamento dei lavoratori disabili in una zona da cui la gestione dell’evacuazione risulti agevole, assicurando inoltre tutti gli ausili necessari alla stessa, nel rispetto di ogni regolamento (p. es. le norme di sicurezza antincendio) ed evitando infortuni o stress eccessivo in fase di soccorso. Operatori in possesso dei requisiti vanno formati al fine di prestare assistenza nel raggiungere le vie di fuga, e i sistemi visivi e auditivi d’emergenza devono essere ben percepibili in tutte le aree.