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Mansione lavorativa: significato e normativa

La mansione lavorativa è un insieme di attività, compiti e responsabilità assegnate a un lavoratore in un’azienda o in un’organizzazione. La mansione lavorativa è solitamente specificata nel contratto di lavoro o in un documento di descrizione delle attività.

La normativa che regola le mansioni lavorative in Italia è contenuta principalmente nel codice civile e nei contratti collettivi di lavoro. In particolare, il Codice civile stabilisce che il lavoratore è obbligato a eseguire la propria mansione lavorativa con diligenza e perizia, e che il datore di lavoro è responsabile della sicurezza e della salute dei lavoratori durante lo svolgimento delle loro mansioni. I contratti collettivi di lavoro, invece, possono definire in modo più dettagliato le mansioni lavorative e le relative responsabilità, nonché le modalità di svolgimento del lavoro e gli standard di performance da raggiungere.

Ma qual è l’esatta definizione di mansione lavorativa? Chi stabilisce le mansioni del lavoratore? Queste sono alcune delle domande frequenti che i lavoratori si pongono riguardo al concetto di mansione. Cerchiamo di fare chiarezza sull’argomento e di analizzare alcuni casi specifici (es. lavoratore non più idoneo allo svolgimento della propria mansione).

Qual è la definizione di mansione lavorativa?

Secondo quanto previsto dal Diritto del Lavoro, la mansione lavorativa può essere definita come l’insieme delle attività, dei compiti e delle operazioni che un soggetto è tenuto a compiere nel contesto di un rapporto di lavoro.

La mansione lavorativa può variare a seconda del tipo di lavoro svolto e delle responsabilità assegnate al lavoratore. Ad esempio, un impiegato potrebbe avere come mansione lavorativa la gestione della contabilità o della corrispondenza, mentre un operaio potrebbe avere come mansione lavorativa la produzione di componenti meccanici o l’assemblaggio di prodotti. In generale, la mansione lavorativa è l’insieme delle attività che il lavoratore è tenuto a svolgere per conto del datore di lavoro.

Che differenza c’è tra qualifica e mansione?

La qualifica definisce il valore professionale di un lavoratore e ne definisce il suo inserimento all’interno dell’organizzazione aziendale, in quanto costituisce il criterio di valutazione dal punto di vista economico della prestazione lavorativa. Mentre la mansione rappresenta l’insieme delle attività di cui è costituita la prestazione di lavoro.

La qualifica è una classificazione professionale che attesta le competenze e le conoscenze di un lavoratore in un determinato settore o ambito. La qualifica può essere rilasciata da enti pubblici o privati, ed è spesso richiesta per l’accesso a determinati lavori o per l’esercizio di determinate professioni.

La mansione, invece, è l’insieme di attività, compiti e responsabilità assegnati a un lavoratore in un’azienda o in un’organizzazione. La mansione può variare a seconda del tipo di lavoro svolto e delle responsabilità assegnate al lavoratore, e può essere specificata nel contratto di lavoro o in un documento di descrizione delle attività.

Chi stabilisce le mansioni del lavoratore?

Le attività e i compiti che il lavoratore è tenuto a svolgere, e di conseguenza la sua mansione, vengono definiti con precisione in fase di stesura del contratto di lavoro.

Le mansioni del lavoratore sono solitamente stabilite dal datore di lavoro o dal responsabile del personale dell’azienda o dell’organizzazione. In genere, le mansioni vengono specificate nel contratto di lavoro o in un documento di descrizione delle attività. Tuttavia, le mansioni possono anche essere stabilite dai contratti collettivi di lavoro, che sono accordi stipulati tra le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali e che stabiliscono le condizioni di lavoro, le retribuzioni e altre materie relative al rapporto di lavoro. Inoltre, le mansioni possono essere modificate durante lo svolgimento del lavoro, a condizione che tale modifica sia concordata con il lavoratore e che non comporti un peggioramento delle condizioni di lavoro.

Chi determina se un lavoratore è idoneo a svolgere la mansione a cui è assegnato?

In generale, è il datore di lavoro o il responsabile del personale dell’azienda o dell’organizzazione a determinare se un lavoratore è idoneo a svolgere la mansione a cui è assegnato. Tuttavia, la valutazione dell’idoneità alla mansione può essere effettuata anche dal punto di vista medico, quindi, dal medico competente. Il quale viene incaricato dal datore di lavoro per verificare se il lavoratore possiede le condizioni di salute adeguate a svolgere le proprie mansioni in sicurezza.

La valutazione dell’idoneità può essere effettuata anche in base alle competenze e alle conoscenze del lavoratore, che devono essere adeguate alle mansioni che gli vengono assegnate. Ad esempio, se un lavoratore viene assegnato a una mansione che richiede l’utilizzo di apparecchiature o macchinari complessi, il datore di lavoro potrebbe valutare se il lavoratore possiede le competenze e le conoscenze necessarie per utilizzarli in modo sicuro.

In ogni caso, è importante che il datore di lavoro fornisca al lavoratore tutte le informazioni e la formazione necessarie per svolgere in modo sicuro e competente le proprie mansioni.

Cosa succede se il lavoratore non è più idoneo alla mansione?

Nel caso in cui un lavoratore venga giudicato inidoneo per lo svolgimento della propria mansione deve essere previsto un cambio mansione lavoro all’interno dell’azienda a tutela della sicurezza e della salute del soggetto.

Se un lavoratore non è più idoneo alla mansione a cui è assegnato, il datore di lavoro può valutare se è possibile adibirlo ad altre mansioni compatibili con le sue condizioni di salute o con le sue competenze e conoscenze. In caso contrario, il datore di lavoro potrebbe dover procedere alla risoluzione del contratto di lavoro, a meno che non siano possibili altre soluzioni.

Tuttavia, prima di prendere una decisione del genere, il datore di lavoro deve tenere in considerazione diversi fattori, come ad esempio la durata del rapporto di lavoro, le circostanze che hanno determinato l’inidoneità del lavoratore e le possibilità di adibirlo ad altre mansioni compatibili. Inoltre, il datore di lavoro deve informare il lavoratore della decisione e fornirgli le motivazioni che l’hanno determinata.

Inoltre, il lavoratore può sempre chiedere il supporto del sindacato o dell’organizzazione datoriale per trovare una soluzione che tenga conto delle sue esigenze e dei suoi diritti.