Lavoro da remoto e ibrido: rischi specifici, valutazione e prevenzione
Il lavoro da remoto e il lavoro ibrido, che invece combina attività a distanza e in presenza, non sono più un’eccezione legata all’emergenza sanitaria, ma una realtà consolidata per molte aziende.
Questa trasformazione ha migliorato la flessibilità e l’equilibrio vita-lavoro di molti dipendenti, ma ha anche introdotto nuove sfide in materia di salute e sicurezza.
Per gestirle in modo corretto, è necessario distinguere chiaramente tra telelavoro, smart working e lavoro da remoto:
- telelavoro: regolato da specifici accordi, prevede una postazione fissa fuori dall’azienda (di solito a casa del dipendente), con vincoli di orario e modalità rigide;
- smart working: disciplinato dalla Legge 81/2017, il rapporto tra smart working e sicurezza sul lavoro è caratterizzato da flessibilità di luogo e orario, responsabilità condivisa tra datore di lavoro e dipendente e necessità di valutare i rischi;
- lavoro da remoto: termine generico che include diverse modalità di prestazione lavorativa a distanza, comprese le due precedenti.
Rischi specifici del lavoro ibrido
Il modello ibrido, che alterna presenza in ufficio e lavoro a distanza, porta vantaggi ma anche rischi peculiari che richiedono attenzione.
Riduzione degli spazi e hot-desking
Molte aziende hanno ridimensionato gli uffici introducendo sistemi di flex office e hot-desking: le postazioni non sono più assegnate, ma prenotate di volta in volta. Questo può creare problemi di organizzazione, continuità operativa e igiene delle postazioni.
Inquinamento acustico e mancanza di concentrazione
Uffici più piccoli non sempre riescono a ospitare tutti i team contemporaneamente. Ne derivano rumore, difficoltà di concentrazione e, in alcuni casi, la necessità di rimanere a casa anche quando si vorrebbe lavorare in presenza.
Isolamento sociale
Turni alternati e ridotta interazione possono compromettere la collaborazione, il senso di appartenenza e il benessere psicologico dei lavoratori.
La valutazione dei rischi nel lavoro da remoto e ibrido
La valutazione dei rischi è un obbligo del datore di lavoro stabilito dal D.Lgs. 81/08 e deve includere anche le modalità di lavoro da remoto e ibrido. Non si tratta quindi di una semplice buona prassi, ma di un adempimento normativo.
Elementi da considerare:
- coinvolgimento dei lavoratori: la partecipazione attiva consente di individuare rischi concreti e aumenta la consapevolezza individuale;
- ergonomia e dispositivi: l’uso prolungato di laptop e smartphone in postazioni non ottimali può causare disturbi muscolo-scheletrici e visivi;
- organizzazione dei tempi: la mancanza di confini chiari tra lavoro e vita privata può generare stress e rischio di burnout.
Attenzione: lavorare in spazi pubblici come bar, aeroporti o mezzi di trasporto non è consigliato né conforme ai requisiti di sicurezza, perché espone a rischi fisici, ergonomici e di protezione dei dati.
Prevenzione e tutele: cosa fare
Il ruolo del datore di lavoro
Il datore di lavoro ha la responsabilità di garantire la salute e sicurezza dei lavoratori anche in remoto, fornendo:
- attrezzature ergonomiche e strumenti digitali sicuri;
- supporto tecnico e formazione su come configurare correttamente la postazione di lavoro;
- una policy aziendale chiara sul lavoro da remoto e ibrido;
- iniziative di team building per ridurre l’isolamento.
Il ruolo dei lavoratori
Anche i dipendenti hanno un ruolo attivo nel tutelare la propria salute:
- mantenere una postura corretta e variare posizione;
- fare pause regolari e rimanere attivi;
- restare in contatto con colleghi e responsabili per non isolarsi;
- gestire in modo equilibrato vita privata e lavoro.
Formazione e sensibilizzazione
L’EU-OSHA (Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro) fornisce linee guida utili ma non vincolanti. In Italia, la base normativa è il D.Lgs. 81/08, che prevede formazione obbligatoria per lavoratori e dirigenti.
Investire in corsi specifici permette di:
- rispettare la normativa,
- aumentare il benessere e la produttività,
- ridurre infortuni e malattie professionali legate al lavoro a distanza.
Perché il lavoro da remoto e quello ibrido continueranno a crescere
Il lavoro da remoto e ibrido continuerà a crescere e le aziende italiane non possono limitarsi a fornire strumenti tecnologici: devono garantire sicurezza, salute e conformità normativa.
Frareg supporta le organizzazioni nella valutazione dei rischi, nella redazione di policy dedicate e nella formazione dei dipendenti.
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