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Ricambi d’aria nei luoghi di lavoro: calcolo e normativa

La qualità dell’aria e di conseguenza il benessere dei lavoratori è influenzata da una buona ventilazione. I ricambi d’aria nei luoghi di lavoro risultano, quindi, un fattore importante.

Negli ambienti di lavoro chiusi l’aria subisce delle alterazioni fisiche, chimiche e biologiche che incidono sulla qualità della stessa. Durante la giornata vanno ad accumularsi all’interno dell’ambiente sia gas, fumi, polveri, sostanze chimiche derivanti dalle lavorazioni, che odori sgradevoli, sudore e tossine biologiche. Per tale motivo risulta necessario ripulire l’aria periodicamente.

Cosa si intende per ricambio d’aria?

Il ricambio d’aria è un parametro importante per la qualità dell’aria sia negli ambienti pubblici che in quelli privati. Nei luoghi chiusi l’aria viene alterata sia dal punto di vista biologico che chimico, ovvero, il tipo di lavorazione e il corpo umano vanno ad influire sulla qualità dell’aria. Quindi, il ricambio d’aria permette di eliminare l’anidride carbonica, l’umidità in eccesso e permette di diluire gli inquinanti dannosi per la salute.

In particolare, per ricambio d’aria si intende il rapporto fra il volume di aria fresca che viene fornita dalla ventilazione e il volume dell’ambiente, effettuato in certo periodo di tempo.

Quali sono le disposizioni in riferimento all’aerazione nei luoghi di lavoro?

La norma UNI 10339 si occupa di regolare gli aspetti inerenti alla salubrità dell’aria che ha proprio come obiettivo il miglioramento degli ambienti chiusi. In particolare, fornisce indicazioni in merito alla classificazione e la definizione dei requisiti minimi degli impianti e dei valori delle grandezze di riferimento durante il funzionamento degli stessi.

Tale norma determina che tutte le tipologie di sistemi per il ricambio d’aria forzata devono garantire:

  • L’immissione di aria esterna, la quale varia a seconda della destinazione d’uso degli ambienti.
  • Filtraggio dell’aria con filtri sia per l’aria esterna che per quella di ricircolo;
  • Movimentazione dell’aria ad una velocità controllata.

Quando è obbligatorio il ricambio d’aria?

Nei casi in cui la ventilazione naturale non risulta sufficiente a garantire i ricambi d’aria minimi volti a tutelare il benessere dei lavoratori occorre predisporre un impianto di trattamento dell’aria, ovvero, un impianto di ventilazione e con l’ausilio di estrattori di aria.

Come calcolare il numero di ricambi d’aria?

È stato stimato che ogni uomo adulto consuma all’incirca 250/300 ml di ossigeno l’ora per ogni kg di peso, eliminando la stessa quantità di anidride carbonica alla quale devono essere aggiunti 30/40 gr di vapore acqueo. I luoghi di lavoro devono disporre di almeno 10 m3 di aria fresca e rinnovata per ciascun lavoratore.