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Locali interrati: autorizzazione e requisiti (2/2)

Requisiti igienico-sanitari

Illuminazione

E’ indispensabile che l’illuminazione artificiale sia in grado di garantire un sufficiente ristoro visivo agli operatori fornendo:

un illuminazione sufficiente, adeguata e uniforme;
un giusto contrasto di luminosità tra il piano di lavoro e il resto dell’ambiente;
mancanza di fenomeni di abbagliamento;
assenza di oscillazioni e di effetti stroboscopici;
manutenzione e pulizia delle vetrate illuminanti e delle lampade;
utilizzo di lampade idonee alle condizioni riscontrate (a luminescenza, a fluorescenza, alogene);
una predominanza dell’illuminazione diffusa.

Non può esistere un optimum perché troppo mutevoli sono le condizioni di influenza al contorno. Per tali motivi il D.Lgs. 626/94 e aggiornamenti, è passato dai limiti rigidi imposti precedentemente ad un parametro più valido, finalizzato al raggiungimento del comfort visivo.

Normalmente ci si rifà alle norme ASA, DIN, e CIE per la gestione del benessere psicofisico dei lavoratori.

Radioattività naturale

Con tale termine si intendono le emissioni prodotte da quegli isotopi (atomi) che costituiscono la materia del regno minerale, vegetale e animale, e quelle che riceviamo dal sole e dal cosmo.
Dal terreno e dall’acqua sono emesse e diffuse nell’aria radiazioni provenienti da elementi radioattivi primordiali: uno di essi è il radon, gas radioattivo inodore e incolore.
In ambienti chiusi il radon può accumularsi e raggiungere alte concentrazioni, soprattutto all’altezza del pavimento, essendo più pesante dell’aria. Il radon entra all’interno delle abitazioni attraverso fessurazioni e piccoli fori del basamento, concentrandosi nelle cantine e nei piani seminterrati. Esso provoca malattie nell’uomo, ed in particolare induce l’insorgenza di tumori.
Bisognerà perciò, come previsto nel D.Lgs. n. 241/2000, tener conto della presenza di radioattività naturale, soprattutto se il locale è seminterrato o interrato.
Per tale scopo si potranno effettuare rilievi per rilevare la concentrazione di radon utilizzando i rilevatori passivi (dosimetri) o attivi (contatori Geiger-Muller).

Umidità

E’ un problema tipico dei locali interrati e seminterrati. Il modo più semplice per eliminarla è quello di creare una ventilazione naturale (aerazione) o forzata (impianti di estrazione/deumidificazione). Se il problema è più grave i sistemi di intervento più radicali sono per esempio il taglio delle murature con inserimento di materiali impermeabilizzanti o mediante iniezione di resine; l’impermeabilizzazione del piano di calpestio con guaine sotto pavimento o la realizzazione di intonaci traspiranti con materiali speciali.

Impianto di ventilazione

Anche se la normativa vigente non ha fissato dei valori limite per i singoli parametri fisici il datore di lavoro deve comunque garantire ai propri dipendenti il benessere termoigrometrico.  Per poter valutare tale obiettivo è necessario considerare una serie di variabili e considerare il microclima del locale. Gli ambienti, per quanto riguarda lo stress termico, si distinguono in ‘moderati’, ad esempio uffici o esercizi commerciali dove lo sforzo di adeguamento termico è minimo, e ‘severi’ in cui per garantire l’omotermia è necessario un grande impegno fisico da parte dell’uomo.

Negli ambienti severi si dovranno perciò valutare alcuni parametri molto importanti come: resistenza termica del vestiario, permanenza dei lavoratori, eccetera.
Le norme di buona tecnica suggeriscono valori  pari a 20 ¸ 22° C per la temperatura; 45 ¸ 55% per l’umidità relativa e 0,14 m/s per la velocità dell’aria.

Gli impianti di condizionamento possono essere veicoli di contaminazione tramite agenti biologici infettivi. Il datore di lavoro deve quindi mettere in atto tutti gli accorgimenti tecnici e di sanificazione per garantire la salubrità dell’aria respirata dai lavoratori. Devono essere compiuti interventi di bonifica degli impianti in maniera periodica e documentata.

Si rammenta che le normative in materia prevedono l’istituzione di un registro sul quale annotare le operazioni di manutenzione, pulizia e disinfezione degli impianti, riportante data, nome e quantità dei prodotti impiegati, nonché tipologia delle operazioni eseguite.

Normativa di riferimento

D.P.R. n. 547/1955;
D.P.R. n. 303/1956;
Legge n. 46/1990;
D.P.R. n. 447/1991;
D.M. 20 Febbraio 1992;
Normativa tecnica UNI 10339;
Circolare Regione Lazio n. 01/S59, 7 Agosto 1997, prot. n. 2489.

Sanzioni

La mancanza di autorizzazione viene sanzionata con l’arresto da tre a sei mesi e con l’ammenda da 1500 € a 4130 € (art. 58, D.P.R. n. 303/1956).

Conclusioni

I locali interrati, per la loro ubicazione e strutturazione, presentano spesso situazioni di criticità e insalubrità per i lavoratori che vi sono o vi saranno impiegati. Per questo motivo il datore di lavoro che intenda utilizzarli, in deroga all’art.8 del D.P.R. n. 303/1956, deve disporre ed attuare una serie di misure tecniche in grado di eliminare i fattori di rischio convenzionali ed emergenti e di garantire il benessere psicofisico degli operatori. Infatti i locali interrati diventano spesso terreno fertile per ceppi batterici, per artropodi e per sostanze xenobiotiche.
La trattazione di questo argomento è stata svolta tentando di coniugare positivamente l’esigenza del datore di lavoro, l’evoluzione formativa, le misure preventive per assicurare la salute della popolazione lavorativa e le disposizioni dettate dall’organo di vigilanza, sapendo che la complessità dell’argomento ha creato qualche problema operativo agli addetti ai lavori.
Si è cercato di spiegare come una precisa realizzazione delle diverse tematiche che il Regolamento affronta possa avvenire solo tramite un approccio integrato ed una partecipazione responsabile delle parti sociali (datore di lavoro, RSPP, medico competente, organi di vigilanza, etc.).
Si spera che, pur conoscendo la difficoltà di trovare una soluzione univoca valida per tutti i comparti e i contesti operativi, il modello fornito sia preciso ed esemplificativo, ovviamente previo adattamento alla situazione specifica, per ogni tipo di attività lavorativa.