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Controllo e prevenzione delle malattie infettive in ambito scolastico

Si riportano di seguito alcune indicazioni per la collettività scolastica, così spesso coinvolta in eventi infettivi, tratte dal documento regionale.

LA SORVEGLIANZA

La patologia infettiva, in virtù della diffusibilità degli agenti che la determinano, costituisce, da sempre, uno dei principali problemi di sanità pubblica: ciò sia in termini sostanziali, cioè di impatto quali-quantitativo sulla salute della popolazione, sia per le ricadute sociali, soprattutto in relazione alla percezione di rischio ad esse correlato.
La sorveglianza sanitaria nei confronti delle malattie infettive e diffusive assume, dunque, una notevole importanza strategica nell’ambito del sistema sanitario: una buona sorveglianza consente sia di conoscere e, pur con certi limiti, prevedere l’andamento epidemiologico delle malattie, sia di programmare e valutare l’efficacia dei servizi addetti alla prevenzione ed al controllo del contagio.

Un evento da considerare nell’ambito della sorveglianza è costituito dal possibile insorgere di casi acuti di malattie di cui si sospetti la natura infettiva nell’ambito di collettività scolastiche. In tali situazioni può essere il Dirigente Scolastico il primo ad apprendere dalla famiglia di casi di malattia infettiva di particolare gravità.

Se pure non sia evidentemente possibile includere i Dirigenti Scolastici tra i soggetti con titolarità alla segnalazione di malattia infettiva, tuttavia, allo scopo di migliorare ulteriormente soprattutto la tempestività della sorveglianza sanitaria e, in taluni casi, anche l’estensione della griglia di osservazione, è da prevedere che, quando essi vengano a conoscenza di casi per cui sia stato posto da un medico il sospetto di malattia infettiva, ne diano comunicazione all’ASL per i successivi approfondimenti, la cui responsabilità e titolarità è comunque in capo alle ASL.

Si sottolinea che la responsabilità di segnalazione di malattia infettiva è del medico che ha posto la diagnosi: la collaborazione del Dirigente scolastico favorisce la tempestiva rilevazione dell’eventuale collegamento epidemiologico tra più segnalazioni di casi singoli effettuate da medici diversi.

LE MISURE DI PREVENZIONE DI CARATTERE GENERALE

Le più recenti acquisizioni in materia igienistica hanno evidenziato come la prevenzione di molte infezioni si debba fondare non tanto su misure di controllo a fronte dei casi, ma sull’adozione routinaria di norme comportamentali, individuali e collettive: si parla di “precauzioni universali”, ossia da utilizzare indipendentemente dall’insorgenza di casi di malattia.

La catena epidemiologica di importanti malattie infettive e diffusive può essere, infatti, interrotta con la regolare e continua adozione di una serie di misure di prevenzione generali che dovrebbero essere utilizzate sia in ambiente familiare che, a maggior ragione, in ambienti di vita collettiva (scuola, ambienti di lavoro, ambienti ricreativi).

Di seguito sono indicate, in dettaglio, le diverse misure coinvolte nella prevenzione delle malattie infettive, da considerare in ogni ambiente di vita ed in particolare in famiglia ed in collettività.

A. Lavaggio delle mani
E’ la principale misura comportamentale di tipo preventivo, in grado di incidere praticamente nei confronti di tutte le patologie infettive.
Il lavaggio delle mani va effettuato:
. prima e dopo la manipolazione o il consumo di alimenti,
. dopo l’utilizzo dei servizi igienici,
. prima e dopo l’effettuazione del cambio del pannolino ad un bimbo piccolo,
. prima e dopo l’accudimento (pulizia generale, medicazione) di un soggetto non autosufficiente,
. dopo la manipolazione di oggetti sporchi o potenzialmente contaminati,
. utilizzando dispensatori di sapone e asciugamani a perdere

B. Utilizzo e igiene di oggetti ed indumenti personali
L’igiene personale prevede innanzitutto un uso strettamente individuale di taluni oggetti, quali salviette, spazzolini da denti, pettini, indumenti, biancheria personale in genere. Tale misura assume una particolare importanza negli ambienti di vita collettiva.
Con particolare riguardo alle comunità di bimbi di età inferiore ai 6 anni è quindi opportuno:
. ricorrere a materiale monouso (asciugamani, fazzoletti di carta, tovaglioli)
. porre attenzione all’uso promiscuo di scarpe, cappelli, equipaggiamento per il lettino
. evitare di mantenere a lungo indumenti/biancheria imbrattata (es.: tovaglie di stoffa usate per più pasti, bavaglini con cambio non giornaliero), preferendo in tal caso materiale monouso;
. effettuare, almeno settimanalmente, il lavaggio di lenzuolini, federe, ecc.. (evitando l’uso di brandine in stoffa non ricoperte dal lenzuolino)
. effettuare quotidianamente la detersione e sanificazione di giochi che possono essere imbrattati di saliva (in lavatrice o con uso di ipoclorito di sodio);
. nel caso di uso di biberon, tettarelle, ecc., conservarli, dopo l’uso e l’accurato lavaggio, in un contenitore asciutto; prima dell’utilizzo effettuare un nuovo risciacquo; non è raccomandato il mantenimento in contenitori con liquidi disinfettanti.
. le stoviglie debbono essere lavate e sanificate dopo ogni uso.

C. Preparazione e somministrazione di alimenti
Gli alimenti costituiscono il veicolo di infezioni che trovano il loro ingresso per via orale: ciò vale specie in Paesi ove vi è larga diffusione ambientale di agenti patogeni, ma anche in Italia le infezioni e tossinfezioni alimentari costituiscono un problema di sanità pubblica largamente diffuso.
Va dunque ricordato che è essenziale:
. lavarsi accuratamente le mani prima di toccare gli alimenti in preparazione e, durante la preparazione, quando si toccano alimenti diversi;
. non consumare carne, uova e pollame crudi o poco cotti: la temperatura di cottura, anche nelle parti più interne, deve raggiungere i 60°C;
. non consumare uova il cui guscio sia rotto; non lavare e strofinare le uova, ma rimuovere delicatamente le tracce di terra o sporco eventualmente presenti;
. mantenere a 4°C le uova e tutti gli alimenti freschi (maionese, creme, salse) e consumarli appena preparati, senza conservarli a lungo;
. consumare immediatamente gli alimenti cotti; riporre immediatamente gli avanzi di cibi cotti in frigorifero (non mantenerli a temperatura ambiente) e riscaldarli alla temperatura di almeno 60°C prima del successivo consumo;
. evitare la contaminazione incrociata tra alimenti mantenendo separate le carni/verdure/uova crude da quelle cotte e lavando accuratamente tutti gli utensili utilizzati per manipolare il cibo crudo.

N.B. Alimenti provenienti dall’esterno
Si ricorda che non è consentito introdurre a scuola, per il consumo collettivo, alimenti preparati a casa: possono essere consumati insieme solo gli alimenti prodotti in laboratori autorizzati.

D. Contatti in ambienti di vita collettiva
A differenza che in passato, le possibilità di permanenza in ambienti di vita collettiva, al di fuori dell’ambito familiare, si sono decisamente moltiplicate, aumentando così le occasioni di esposizione ad agenti patogeni derivanti da portatori sani o asintomatici, come pure da soggetti con malattie in fase di incubazione.
Vi sono alcune misure comportamentali che, senza annullare il rischio, possono contenere le possibilità di trasmissione e, quindi, incremento di incidenza di malattie infettive nell’ambito delle collettività scolastiche dove il principale rischio è costituito dalle infezioni trasmesse per via aerea e per contatto diretto di cute e mucose.

Sono misure precauzionali di carattere generale:
. aerazione degli ambienti di vita e controllo del microclima: particolare attenzione dovrà essere posta nei confronti del grado di umidità, che, se inferiore al 60-70%, facilita l’insorgenza di infezioni delle prime vie aeree; a tal fine, specie negli ambienti con riscaldamento ad aria/pannelli, dovranno essere utilizzati umidificatori;
. utilizzo di materiale monouso per l’igiene personale: fazzoletti, asciugamani, tovaglioli debbono essere utilizzati e smaltiti rapidamente; da evitarsi il mantenimento di fazzoletti o asciugamani, umidi o sporchi, negli ambienti di vita;
. lavaggio delle mani, oltre che nelle situazioni generali precedentemente citate, anche dopo il gioco in aree aperte o sabbionaie, le esercitazioni con materiali didattici particolari (pitture, creta, argilla, ecc.), l’attività sportiva o in palestra;
. manutenzione degli eventuali impianti di condizionamento, con riguardo ai filtri della componente di umidificazione;
. sanificazione quotidiana e rimozione rapida dei rifiuti.

Inoltre, sarebbe opportuno che le misure sopra indicate di carattere generale fossero riportate in apposita modulistica così da essere poste alla continua attenzione degli operatori: tale modalità, ampiamente sperimentata in campo sanitario, ha dimostrato di incidere nell’implementare l’adozione effettiva di comportamenti teoricamente condivisi, ma praticamente inapplicati.

E. Sanificazione degli ambienti
La rimozione dello sporco e la conseguente riduzione della carica batterica costituiscono una importante misura nella prevenzione.
La sanificazione degli ambienti di vita   domestici e scolastici   deve così essere svolta:
pavimenti, servizi igienici,Ø superfici utilizzate per il consumo dei pasti:
. quotidianamente deve essere effettuata la rimozione dello sporco (con scopa o straccio, partendo da un punto e seguendo un circuito che non preveda un secondo passaggio in nessun punto), la sanificazione con detergente (prodotti comunemente in commercio); eventuali imbrattamenti (materiale fecale, altri materiali biologici, residui alimentari) devono essere immediatamente rimossi e la zona deve essere sanificata;
. settimanalmente si provvederà a rimozione dello sporco, sanificazione e passaggio con disinfettante (ipoclorito di sodio, lisoformio; l’ammoniaca è sconsigliata per la tossicità);
pareti piastrellate,Ø superfici non destinate al consumo di alimenti (tavoli, superfici di lavoro, ecc,):
. settimanalmente si provvederà alla sanificazione degli stessi; la disinfezione si renderà necessaria in caso di imbrattamento.
Superficie particolari: fasciatoi
. le superfici adibite al cambio dei pannolini devono essere lisce e lavabili; devono essere sottoposte a detersione e sanificazione dopo ogni uso o essere ricoperte, per ogni cambio, da fogli di carta monouso. In caso di imbrattamento si pulirà e disinfetterà la superficie.

F. Comportamento in caso di esposizione a sangue o altri liquidi biologici (feci, urine, ecc.)
In caso di fuoriuscita di sangue in seguito a ferita, epistassi o altro motivo, si deve evitare il contatto tra esso e la cute di altri soggetti. A tal fine è necessario che:
. vi sia una dotazione di guanti monouso, facilmente reperibili, da indossare prima di qualsiasi azione che possa comportare contatto con sangue o altri liquidi biologici;
. l’uso di spazzolini da denti sia strettamente personale (ciò non deve precludere  l’effettuazione del lavaggio dei denti in collettività scolastiche);
. nel caso che comunque si verifichi l’esposizione, provvedere ad un immediato e approfondito lavaggio delle parti esposte;
. in caso di puntura accidentale con siringhe abbandonate rivolgersi prontamente al Pronto Soccorso per l’effettuazione degli interventi di profilassi più opportuni;
. materiali contaminati con sangue (fazzoletti utilizzati per il soccorso, materiale di medicazione, guanti monouso, ecc.) siano raccolti in un sacco di plastica che dovrà essere ben chiuso e smaltito con i rifiuti immediatamente (possibilmente mettendovi all’interno ipoclorito di sodio).