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Privacy a scuola: cosa cambia con l’arrivo dell’IA

La crescente digitalizzazione del mondo scolastico (dalla didattica online ai registri elettronici, dalle chat di classe ai nuovi strumenti di intelligenza artificiale) comporta un trattamento sempre più intenso di dati personali e spesso sensibili: informazioni anagrafiche, immagini, video, comunicazioni interne e risultati didattici. L’ultimo aggiornamento del vademecum del Garante “La scuola a prova di privacy” diventa quindi un riferimento fondamentale per aiutare istituti, famiglie e docenti a orientarsi nel rispetto del GDPR e dei principi di privacy by design.

Privacy scuola, le novità dopo l’AI

Le principali aree di rischio riguardano:

  • Dati e immagini degli studenti, che possono essere diffusi impropriamente in assenza di un consenso valido.
  • Chat informali di classe o di genitori, spesso usate come canali “paralleli” alle comunicazioni istituzionali, con conseguenti rischi di violazioni non controllate.
  • Uso non regolamentato dell’IA, che può comportare profilazioni indesiderate, scarsa trasparenza e raccolta eccessiva di dati.
  • Tutela dei minori, particolarmente rigorosa data la loro vulnerabilità.

Il contributo del nuovo vademecum

Il documento del Garante fornisce indicazioni operative chiare:

  • Limitare la circolazione di foto e video degli studenti e richiedere consenso esplicito prima di pubblicarli.
  • Utilizzare strumenti ufficiali per ogni comunicazione scolastica, evitando chat private per fini amministrativi.
  • Regolare l’uso dell’intelligenza artificiale vietando pratiche invasive, minimizzando i dati raccolti e privilegiando soluzioni anonime o sintetiche quando possibile.

Seguire queste linee guida permette alle scuole di allinearsi ai principi di minimizzazione, liceità, trasparenza e accountability previsti dal GDPR.

IA e normativa: cosa cambia nel 2025 / 2026

Con l’entrata in vigore dell’Italian AI Law (ottobre 2025), gli strumenti di IA a “rischio alto”, come quelli utilizzati per analisi comportamentali o processi decisionali, devono rispettare obblighi stringenti: supervisione umana, documentazione adeguata, trasparenza e valutazione preventiva dei rischi.
Per le scuole ciò significa adottare strumenti conformi, definire finalità e basi giuridiche chiare, effettuare una DPIA quando necessaria e tutelare in modo rafforzato i diritti degli studenti e delle famiglie.

Buone pratiche per scuole e famiglie

Per un uso sicuro e conforme delle tecnologie digitali si raccomanda di:

  1. Utilizzare solo canali ufficiali per comunicazioni scolastiche.
  2. Valutare attentamente ogni nuovo strumento IA, preferendo fornitori conformi a GDPR e AI Law.
  3. Richiedere consenso informato per foto, video e altri dati personali dei minori.
  4. Investire in formazione su privacy e sicurezza digitale per docenti, personale e famiglie.
  5. Integrare la privacy nel disegno dei processi e della didattica digitale sin dalla fase di progettazione.

La scuola è ormai un ecosistema digitale complesso. Garantire la privacy non è solo un obbligo normativo: significa difendere i diritti degli studenti, tutelare le famiglie e preservare la fiducia nell’istituzione scolastica. Il vademecum aggiornato, unito alle nuove normative sull’intelligenza artificiale, offre un supporto prezioso, ma richiede consapevolezza e responsabilità condivisa. Solo così la scuola potrà davvero essere “a prova di privacy”.