Uso dell’AI in azienda: Produttività, Rischi e Shadow AI in Aumento
L’adozione di strumenti di intelligenza artificiale generativa (GenAI) in ambito lavorativo sta crescendo in modo esponenziale, trasformando le modalità di produzione e collaborazione. Tuttavia, questa rivoluzione porta con sé nuove sfide legate alla trasparenza, alla sicurezza dei dati e al benessere dei dipendenti. Un recente rapporto ha indagato come oltre 6.000 impiegati e 1.200 professionisti IT percepiscano e utilizzino l’AI generativa, rivelando trend che richiedono un’attenzione strategica da parte delle aziende.
Crescita dell’uso dell’AI in ufficio
Nel 2025 il 42% dei dipendenti ammette di utilizzare strumenti GenAI nel contesto lavorativo, un balzo rispetto al 26% del 2024. Questo incremento sottolinea come l’AI sia ormai percepita non più come un semplice supporto sperimentale, ma come leva concreta di produttività e innovazione.
Il fenomeno dello “Shadow AI”
Pur riconoscendo i potenziali benefici, il 32% dei lavoratori che usa GenAI lo fa senza informare il proprio datore di lavoro, creando un vero e proprio “Shadow AI” all’interno delle organizzazioni. Tra i motivi principali:
- 36% lo considera un “vantaggio segreto” per distinguersi dai colleghi;
- 30% teme che la propria posizione possa essere a rischio se si scoprisse l’uso di AI;
- 27% soffre di imposter syndrome alimentata dall’AI, preoccupato che i risultati ottenuti non vengano attribuiti alle proprie competenze.
Uso dell’AI in Italia: i dati più recenti
Dati recenti sull’adozione e il mercato dell’AI (inclusa la GenAI) in Italia:
- Adozione nelle imprese: solo il 5 % delle aziende italiane con 10 o più addetti utilizza tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, a fronte di una media UE dell’8 %; tra i lavoratori, il 4 % dichiara di impiegare quotidianamente strumenti di AI generativa.
- PMI e AI: secondo l’Osservatorio AI del Politecnico di Milano, nel 2024 appena il 7 % delle piccole imprese e il 15 % delle medie hanno avviato iniziative basate su AI, principalmente per migliorare l’efficienza operativa e l’ottimizzazione dei processi.
- Uso da parte dei lavoratori: uno studio del Boston Consulting Group rileva che il 21 % dei lavoratori italiani utilizza strumenti di intelligenza artificiale nel proprio lavoro quotidiano; il 26 % ritiene che l’AI non cambierà il proprio settore e solo il 7 % teme concretamente la sostituzione da parte di un sistema AI.
Dati regionali: UK e USA
Un’analoga ricerca condotta nel Regno Unito mostra che 49% dei lavoratori britannici usa AI in ufficio (era il 32% nel 2024) e 29% lo fa in segreto. Di questi, 28% teme un licenziamento e 38% ambisce a un “vantaggio competitivo” non dichiarato. Inoltre, il 27% dichiara di provare imposter syndrome, mentre 44% manifesta resenteeism e 35% presenteeism.
Implicazioni per benessere e produttività
Il rapporto globale evidenzia anche un diffuso malessere aziendale:
- 48% dei dipendenti sperimenta resenteeism (insoddisfazione persistente ma impossibilità di cambiare ambiente);
- 39% ricorre al presenteeism (presenza in ufficio finalizzata più all’apparire che al lavorare)
Questi fenomeni, se lasciati incontrollati, possono erodere la motivazione e compromettere tanto la produttività individuale quanto la sicurezza organizzativa.
Rischi per la sicurezza dei dati
Aumenta parallelamente il pericolo di data breach: uno studio di CybSafe ha rilevato che il 64% dei lavoratori statunitensi inserisce informazioni aziendali sensibili in strumenti GenAI, spesso senza considerare le conseguenze in termini di privacy e compliance . Questa condivisione non autorizzata espone le imprese a potenziali attacchi, violazioni contrattuali e danni reputazionali.
Best Practice per le aziende
Per gestire in modo efficace l’AI generativa e mitigare i rischi, le organizzazioni dovrebbero:
- Definire linee guida chiare sull’uso di AI, includendo policy di sicurezza, formazione dedicata e regole di governance dei dati.
- Promuovere la trasparenza incentivando i dipendenti a segnalare l’uso di tool GenAI e a condividere casi d’uso virtuosi.
- Affrontare l’imposter syndrome offrendo coaching, mentoring e riconoscimento dei risultati ottenuti con AI.
- Monitorare e valutare costantemente l’impatto di GenAI su produttività e sicurezza, integrando dashboard di controllo e audit periodici.
L’intelligenza artificiale generativa nel mondo del lavoro rappresenta una svolta fondamentale, ma il suo successo dipende dalla capacità delle aziende di bilanciare produttività, autonomia e tutela della sicurezza. Solo attraverso un approccio olistico, che unisca policy chiare, formazione e supporto psicologico, sarà possibile trasformare la “Shadow AI” in un alleato trasparente e sicuro per tutti i dipendenti.