Sicurezza in Risonanza Magnetica, Gestione Rischi dell’Impianto
I ricercatori del gruppo di Bioelettromagnetismo dell’Irea-Cnr di Napoli e del gruppo di Biotecnoscienze e Modellazione dell’Istituto di Fisiologia Clinica (Ifc-Cnr) del Cnr di Pisa hanno realizzato un portale dedicato alla sicurezza da esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici in ambienti di risonanza magnetica.
Il portale è stato sviluppato al fine di essere uno strumento di divulgazione tecnico-scientifica, attraverso il quale ogni utente può avere a disposizione informazioni tecniche, normative vigenti, aggiornamenti sulla letteratura scientifica, indicazioni di buone prassi e comportamenti, con l’obiettivo di promuovere e favorire la cultura della sicurezza in questo particolare ambiente di lavoro.
Il portale è raggiungibile attraverso il link http://www.mriworkers.eu/.
È bene precisare che i sistemi per imaging a risonanza magnetica (MRI) possono esporre i pazienti e le diverse figure professionali (medici, infermieri, personale addetto alla manutenzione, ecc.) ad un intenso campo magnetico statico, a campi magnetici di bassa frequenza ed a rischi dei campi elettromagnetici a radiofrequenza.
La Risonanza Magnetica (RM) per immagini è una tecnica diagnostica largamente utilizzata in diversi campi della medicina (neurologico, cardiovascolare, ortopedico).
Non utilizzando radiazioni ionizzanti, la RM è ritenuta intrinsecamente più sicura rispetto alle tecniche di radio-diagnostica (es. tomografia a raggi X – TC) o di medicina nucleare (es. PET).
Molto spesso si tende a far confusione tra RM, TC e PET.
La RM o Risonanza Magnetica, dal termine stesso utilizza la risposta tissutale a vari stimoli elettromagnetici prodotti da un magnete esterno.
In particolare, nella RM il sistema che eroga energia è rappresentato dalle onde elettromagnetiche a RF.
La risposta ai vari stimoli è diversa per ogni tipo di composizione tissutale e permette quindi di fare una ricostruzione della morfologia ed in parte della funzione degli organi e tessuto corporei.
È possibile utilizzare dei mezzi di contrasto, che presenteranno conseguentemente caratteristiche “magnetiche” diverse, e che permetteranno di vedere aumentare l’accuratezza della RM nel differenziare i tessuti anche in parte dalla loro vascolarizzazione.
Il personale sanitario che lavora in ambienti di RM è esposto, durante il tempo di permanenza nella sala magnete, al campo magnetico statico che è costantemente presente.
L’esposizione ai campi di gradiente ed alla RF, che sono presenti solo durante l’esecuzione dell’esame diagnostico, avviene solo in particolari situazioni che richiedono la presenza dell’operatore in sala durante l’esame (es. procedure interventistiche, pazienti che richiedono particolare assistenza).
Importante sottolineare che le condizioni di esposizione dipendono sia dalle caratteristiche tecnologiche dell’impianto MRI, sia dal tipo di attività svolta all’interno della sala magnete e quindi, di conseguenza, all’esposizione al rischio.
La TAC o Tomografia Assiale Computerizzata, fa un altro utilizzo delle radiazioni: praticamente si serve di un fascio di elettroni, per produrre delle radiazioni (fotoni X) che originano esternamente al corpo del paziente per vedere come è la densità dei tessuti e organi.
La PET invece è una metodica medico-nucleare, che adopera la radioattività di alcune sostanze per vedere la distribuzione della stessa nell’organismo del paziente al quale viene iniettata la sostanza.
I traccianti utilizzati per la PET sono di diverso tipo, ma ognuno presenta delle caratteristiche tali che li permettono di vedere alcune funzioni particolari del corpo umano oppure dei vari tessuti.
Per cui, mentre nella TC la radiazione proviene da fuori, per la PET è il paziente stesso ad essere radioattivo.