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Pensione di inabilità al lavoro: a chi spetta?

Per inabilità al lavoro si intende  l’impossibilità di svolgere qualsiasi tipologia di attività lavorativa da parte di un soggetto con una particolare condizione caratterizzata da un’infermità grave.

Il nostro Paese tutela le persone più deboli, che in questo caso, non potendosi mantenere da sole possono comunque condurre una vita dignitosa grazie all’aiuto fornito dallo Stato.

Questa forma di assistenza sociale non va confusa con l’assegno di invalidità, indirizzato alle persone con un’infermità mentale o fisica che può diminuire la capacità di lavoro ai due terzi. La differenza essenziale risiede proprio nel fatto di poter lavorare o meno. In questo articolo andremo ad approfondire questi aspetti.

Chi è considerato inabile al lavoro?

Viene definita inabile la persona che è priva dei requisiti necessari allo svolgimento di un determinato compito ed è, quindi, inidoneo a svolgere un’attività lavorativa. Per rientrare in questo ambito l’inabilità deve essere assoluta e permanente.

Quali patologie per inabilità al lavoro?

L’inabilità al lavoro può essere causata da un difetto fisico o mentale. In questi casi, il lavoratore in possesso di certificazione medica che attesta l’assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa può richiedere l’inabilità.

I certificati del medico curante, documentati attraverso il modulo SS3 inviato all’INPS (Istituto Nazionale della Prevenzione Sociale) dal medico stesso, vengono successivamente valutati dalla Commissione Medica Legale dell’INPS.

Che differenza c’è tra invalidità e inabilità al lavoro?

L’assegno di invalidità è previsto nei casi in cui la persona ha una infermità fisica o mentale che causa una diminuzione della capacità lavorativa di due terzi, cioè al 66,66%. Quindi, in questi il soggetto può comunque continuare a svolgere la propria attività lavorativa anche se con potenzialità inferiore al normale.

L’inabilità al lavoro, invece, viene riscontrata dal medico nel momento in cui è presente una totale impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa. In questo caso il soggetto ha diritto alla pensione di inabilità, la cui somma versata è superiore rispetto a quanto ricevuto in caso di invalidità, proprio a causa dell’incapacità a compiere qualsiasi lavoro.

A chi spetta la pensione di inabilità?

Tutte le tipologie di lavoratori, sia dipendenti che autonomi iscritti alla Gestione Separata Inps, hanno diritto alla pensione per inabilità.

La pensione di inabilità spetta a tutte le categorie di lavoratori regolarmente iscritti alle gestioni pensionistiche INPS, in particolare questo tipo di sostegno spetta a :

  • Lavoratori dipendenti;
  • Lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, ecc.);
  • Iscritti alla Gestione Separata (liberi professionisti e collaboratori)

Oltre, però, all’incapacità al lavoro assoluta e permanente devono essere rispettati altri  requisiti:

  • Deve essere riscontrata dai medici un’assoluta impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa;
  • Devono essere stati versati almeno 5 anni di contributi, di cui almeno 3 negli ultimi cinque anni.

Nei casi in cui le condizioni di inabilità al lavoro, dopo un periodo, non dovessero essere più valide il soggetto può tornare a lavorare comunicandolo all’Inps.

Si tratterebbe, quindi, di una causa di incompatibilità, che comporta la revoca immediata della pensione a partire dal primo giorno del mese successivo. Chi decide di riprendere l’attività lavorativa può, in ogni caso, percepire l’assegno di invalidità.

Per tale motivo sia gli invalidi che gli inabili si devono sottoporre a delle visite mediche periodiche di revisione, e in base agli esiti dei controlli può avvenire che:

  • le condizioni di salute siano stabili;
  • ci siano dei miglioramenti in grado di determinare il recupero delle capacità.

Nel caso in cui, vengono recuperate non oltre ⅓ delle capacità lavorative si varia d’ufficio dall’inabilità al lavoro all’assegno di invalidità. Se, invece, il recupero è di ⅔ vengono revocati gli aiuti.

Come si calcola?

Per poter sapere a quanto ammonta l’importo della pensione di inabilità devono essere effettuati dei calcoli paragonabili a quelli utilizzati per la pensione della vecchiaia, ovvero deve essere usato il sistema misto o contributivo in relazione ai contributi maturati. Bisogna aggiungere che gli inabili al lavoro hanno diritto a un “bonus contributivo”, che tiene in considerazione gli anni che intercorrono tra la richiesta e il compimento dei 60 anni, il quale è identico sia per gli uomini che per le donne. Il limite massimo è riconducibile a 40 anni di contributi.