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Isolamento fiduciario e quarantena: provvedimenti e indicazioni utili

Nonostante il numero di vaccini disponibili sia aumentato, i tempi di somministrazione variano notevolmente a seconda dell’area del mondo.

Stando ai dati, l’Europa non è lontana dal suo traguardo del 70% della popolazione vaccinata entro luglio (esclusi giovani e bambini), mentre in Italia il piano vaccinale procede con una buona media di dosi somministrate, senza significative differenze tra una regione e l’altra.

Inaugurata così sotto il segno della tecnologia, ma guidata dai tecnici a supporto della politica, una generale ripartenza ha interessato tanto la scuola, quanto le imprese e in generale l’economia, nonché alcune delle attività culturali e ricreative come i cinema e lo sport dilettantistico, rendendo ormai imprescindibile una cultura della prevenzione pubblica che includa quarantena e isolamento fiduciario.

Che cosa si intende per quarantena e isolamento fiduciario?

La Circolare del Ministero della Salute, emanata il 12 ottobre 2020, chiarisce che si tratta di misure applicabili a soggetti diversi.

Con il termine quarantena si indica la restrizione della mobilità di persone sane per la durata del periodo di incubazione del virus, allo scopo di monitorare l’eventuale insorgenza di sintomi e, così, indentificare possibili nuovi casi con tempestività.

Si parla invece di isolamento fiduciario, soltanto nei casi di documentata infezione da coronavirus, intendendo quindi l’isolamento della persona infetta per la durata del periodo di contagiosità, nel suo domicilio, in un ambiente e in condizioni tali da impedire la diffusione del virus.

Quanto durano la quarantena e l’isolamento fiduciario?

Nella stessa circolare poi, il Ministero della Salute, tenendo conto dell’evoluzione della situazione epidemiologica e delle evidenze scientifiche, e facendo riferimento al parere formulato dal Comitato Tecnico Scientifico, specifica la durata di ciascuna misura.

Nei casi di isolamento fiduciario, la durata varia in base al periodo di contagiosità:

  • Le persone positive al COVID-19, ma asintomatiche, possono rientrare in comunità soltanto dopo avere osservato un periodo di isolamento di almeno 10 giorni a decorrere dalla segnalazione della positività, ed avere eseguito un test molecolare che risulti negativo.
  • Le persone positive al COVID-19, e sintomatiche, possono rientrare in comunità soltanto dopo aver osservato un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi (tra i quali non è necessario includere anosmia, vale a dire il senso di perdita dell’olfatto, ed ageusia/disgeusia, ossia il senso di perdita del gusto) ed aver effettuato un test molecolare, dopo almeno 3 giorni nei quali non si sia manifestato alcun sintomo.
  • Le persone che, pur in assenza di sintomatologia (anche in questo caso vanno escluse anosmia ed ageusia/disgeusia), con test risultato positivo al COVID-19 potranno interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi. Ogni caso dovrà, comunque, essere sottoposto alla valutazione delle autorità sanitarie che, d’intesa con esperti clinici e/o virologici, terranno conto del benessere dei soggetti

Diversamente, nei casi di quarantena:

I contatti stretti asintomatici di casi COVID-19, che abbiano ricevuto conferma della positività dalle autorità sanitarie, devono osservare un periodo di quarantena che può durare:

  • 14 giorni a decorrere dalla data di esposizione al virus,
  • 10 giorni a decorrere dalla data di esposizione al virus, con un test antigienico o molecolare negativo, eseguito il decimo giorno.

Come identificare, allora, un contatto stretto?

Stando alla nota diffusa dal Ministero il 29 maggio 2020, si dice contatto stretto:

  • la persona che vive nella stessa casa di un caso COVID-19;
  • la persona che abbia avuto un contatto fisico diretto con un caso COVID-19, ad esempio stringendogli la mano;
  • la persona che abbia avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso COVID-19, per esempio, toccandone a mani nude i fazzoletti di carta usati;
  • la persona che abbia avuto un contatto diretto con un caso COVID-19, trovandovisi faccia a faccia, a una distanza inferiore ad almeno 2 metri e 15 centimetri,
  • la persona che abbia condiviso ambienti chiusi – come uffici o sale di attesa di ospedali – con un caso COVID-19;
  • l’operatore sanitario, o la persona che assiste un caso COVID-19, oppure il personale di laboratorio addetto alla manipolazione dei campioni di un caso COVID-19 che non impieghi i DPI (ossia i Dispositivi di Protezione Individuale) raccomandati, o utilizzi DPI non idonei;
  • la persona che nel corso di viaggi su treni, aerei o altri mezzi di trasporto, sia stata seduta entro due posti di distanza, in qualsiasi direzione, rispetto ad un caso COVID-19 – vengono considerati contatti stretti anche i suoi compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione del mezzo di trasporto su cui sedeva il caso indice.

I contatti stretti non possono evitare la quarantena, o anticiparne il termine, neppure avendo eseguito tamponi o altri tipi di test con esito negativo, ma devono allertare il proprio medico, che provvederà a – oppure fornirà loro indicazioni utili per – contattare il Dipartimento di prevenzione della ASL o ATS competente per il territorio, che disporrà la quarantena e la sorveglianza.

Al termine della durata del periodo di quarantena, sarà possibile rientrare a lavoro, mentre l’assenza risulterà coperta dal certificato medico (dove quarantena, isolamento fiduciario e febbre con sospetto di coronavirus sono indicati dal codice V29.0). Rientrando, essi potranno inoltre rivolgersi al medico della propria azienda per ulteriori informazioni.

Raccomandazioni per le persone in isolamento ed i contatti stretti

Vediamo ora quali regole osservare nella vita quotidiana durante il periodo di isolamento, facendo riferimento a quanto riportato nel poster realizzato dal gruppo “Comunicazione Nuovo Coronavirus” dell’Istituto Superiore di Sanità.

  1. La persona con probabile o accertata infezione COVID-19 deve tenersi lontana dai propri conviventi, rimanendo possibilmente in una stanza singola ben ventilata, senza ricevere alcuna visita.
  2. Dovrà essere responsabile della sua assistenza una persona sana, che non abbia malattie che la mettano a rischio, se contagiata.
  3. I conviventi devono soggiornare in altre stanze, oppure – se non è possibile – mantenere una distanza di almeno un metro dalla persona infetta, e dormire in un letto diverso dal suo.
  4. Chi la assiste deve indossare la mascherina correttamente, quando si trova nella sua stessa stanza, sostituirla se bagnata o sporca, e poi lavarsi le mani.
  5. È necessario lavarsi le mani con acqua e sapone o con una soluzione idroalcolica, in seguito ad ogni contatto con la persona infetta o il suo ambiente, prima e dopo la preparazione del cibo, dopo aver utilizzato il bagno ed ogni volta che le mani appaiano sporche.
  6. Asciugare le mani mediante asciugamani usa e getta; se ciò non è possibile, è consigliabile utilizzare asciugamani riservati, avendo cura di sostituirli se si bagnano.
  7. Chi assiste la persona infetta deve coprire il naso e la bocca, quando tossisce o starnutisce, con fazzoletti – se possibile – monouso o con il gomito piegato, e poi lavarsi le mani.
  8. Se si utilizzano fazzoletti di tessuto, invece che quelli monouso, bisogna lavarli utilizzando sapone o detergente normale, e acqua.
  9. Evitare il contatto diretto con i fluidi corporei, specificamente con le secrezioni orali o respiratorie della persona infetta, indossando guanti monouso.
  10. L’allattamento al seno è consentito, purché la madre indossi la mascherina ed igienizzi le mani.
  11. Per gettare guanti, fazzoletti, mascherine ed altri rifiuti, è necessario utilizzare contenitori con apertura a pedale, dotati di doppio sacchetto, posizionati nella stanza del malato.
  12. Nel caso dell’isolamento domiciliare, occorre sospendere la raccolta differenziata: bisogna evitare la formazione dell’accumulo di materiali potenzialmente pericolosi, eliminandoli nel bidone dell’indifferenziata.
  13. Riporre la biancheria contaminata in un contenitore apposito indossando guanti, evitando di agitarla e di portarla a contatto diretto con la propria pelle.
  14. È opportuno evitare di condividere con la persona infetta sigarette, spazzolini da denti, utensili da cucina, biancheria da letto, asciugamani, ecc.
  15. Pulire e disinfettare, quotidianamente, le superfici – come i comodini, le reti ed altri mobili – della camera da letto della persona infetta, i servizi igienici e le superfici del bagno, con un comune disinfettante domestico, prodotti a base di cloro (candeggina) con una concentrazione di cloro attivo allo 0,5%, oppure con alcol al 70%, indossando dispositivi di protezione come mascherine, guanti ed indumenti come, ad esempio, un grembiule di plastica.
  16. Utilizzare la mascherina quando si cambiano le lenzuola del letto della persona infetta.
  17. È possibile lavare gli indumenti, le lenzuola, gli asciugamani (e gli altri tessuti) della persona infetta in lavatrice a 60-90°, oppure a mano, con un comune detersivo, asciugandoli accuratamente.
  18. Se uno dei conviventi della persona infetta manifesta sintomi come febbre, tosse, mal di gola e difficoltà respiratorie, è opportuno contattare tempestivamente il medico di medicina generale, la guardia medica o i numeri regionali.
  19. È preferibile trasferire la persona infetta nella struttura sanitaria scelta, con un’ambulanza o un’auto privata (tenendone i finestrini aperti, se possibile), piuttosto che con il trasporto pubblico.
  20. La persona infetta deve indossare una mascherina chirurgica per raggiungere la struttura sanitaria, mantenendo una distanza di almeno un metro dalle altre persone.
  21. Pulire l’area contaminata durante il trasporto, utilizzando un normale disinfettante domestico, prodotti a base di cloro (candeggina) con una concentrazione di cloro attivo dello 0,5%, oppure alcol 70%.