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Esiste una relazione tra fatica mentale e infortuni ?

Numerosi studi e ricerche hanno dimostrato come la fatica mentale (legata al sovraccarico o sottocarico mentale) riduce l’attenzione o più in generale la capacità di elaborazione mentale (cognitiva) dell’individuo causando un elevato numero di infortuni legato ad errori umani di vario tipo:
A livello di “intenzione”: ad esempio scelte sbagliate causate da comportamenti modificati dalle condizioni mentali del soggetto;
Al livello di controllo dell’azione da svolgere (deficit di memoria nella sequenza delle operazioni da compiere);
Per improprietà esecutive: ad esempio modificando la sequenza operativa di lavoro. Questi errori difficilmente sono attribuibili all’infortunato/a, sono invece collegati ad una  organizzazione del lavoro che non ha adeguatamente affrontato il problema della sicurezza e della salute occupazionale. In futuro sarà necessario progettare delle macchine che tengano conto anche di questi aspetti.

LA FATICA AL LAVORO PUO’ ESSERE MISURATA

Per misurare la fatica si utilizzano sia strumenti di tipo oggettivo che strumenti di tipo soggettivo.
Una misura di tipo oggettivo per misurare la fatica muscolare (anche in ambiente di lavoro) consiste nella determinazione della quantità di ossigeno consumata dall’organismo nello svolgimento di una certa attività lavorativa. Altro metodo oggettivo è la determinazione della frequenza cardiaca mediante cardiofrequenzimetri o altri apparecchi di monitoraggio a distanza della attività cardiaca.
Una misura di tipo soggettivo della fatica muscolare è basata sulla somministrazione di questionari che quantificano la sensazione di fatica avvertita durante un’attività fisica prestabilita.

Mentre i test utilizzati per valutare la fatica mentale sono:
Test soggettivi-percettivi (questionari di autovalutazione);
Test comportamentali basati sulla capacità di memoria, sul numero di errori nello svolgimento di due compiti contemporaneamente, sulla frequenza di cambiamenti posturali;
Test fisiologici basati sull’esame elettroencefalografico, sulla frequenza cardiaca, sulla attività oculare (frequenza degli ammiccamenti ecc.);
Test biochimici consistenti nella determinazione nell’organismo di alcuni ormoni.