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COVID 19: rientro in comunità significa anche rientro al lavoro ?

Con riferimento al Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro tra il Governo e le parti sociali” del 24/04/2020 e ripreso dal DPCM  del 03/12/2020 vengono fornite indicazioni in merito al rientro lavorativo delle persone risultate positive a SARS COV 2.

In particolare le disposizioni prevedono che le persone già risultate positive a SARS COV, indipendentemente esse siano sintomatiche o meno, possano rientrare al lavoro solo a fronte dell’avvenuta negativizzazione del tampone nasofaringeo.

Sulla base della Circolare Ministeriale n.0032850 del 12/10/2020 e alla successiva nota regionale G1.2020.0034843 del 19/10/2020 i casi positivi a lungo termine possono interrompere l’isolamento trascorsi 21 giorni:

  • dalla data del primo tampone positivo, se trattasi di casi asintomatici che si mantengono tali;
  • dall’esordio clinico, purché l’ultima settimana sia trascorsa in assenza di sintomi (ad eccezione di ageusia/disgeusia)

e purché al primo test molecolare (diagnostico) sia seguito almeno un secondo tampone positivo (il solo test iniziale non è sufficiente).

Si sottolinea altresì che queste ultime indicazioni sono valide per la riammissione in comunità (fine isolamento) anche del lavoratore ma NON PER IL SUO RIENTRO AL LAVORO, per il quale dovrà attendersi la negativizzazione del test molecolare.

Pertanto, il medico curante del lavoratore persistentemente positivo potrà richiedere il tampone di controllo anche oltre i 21 giorni e il certificato di malattia potrà essere prolungato per tutto il periodo necessario, fino a negativizzazione del test.

Tale indicazione, genericamente valida per tutti i lavoratori, trova ancor più appropriata applicazione nel caso il lavoratore sia un operatore sanitario o sociosanitario, come peraltro espressamente previsto dalla DGR N.XI/3913 del 25/11/2020 relativa alla gestione dei casi COVID-19 nelle strutture sociosanitarie e socioassistenziali della rete territoriale (RSA / RSD / CSS ecc.), laddove si sottolinea che “Per i casi positivi a lungo termine, sia di ospiti/pazienti sia di operatori […] si ritiene necessario concludere l’isolamento solo dopo tampone molecolare negativo”.