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Cosa fare in caso di quarantena da contatto stretto

I lavoratori che sono riconducibili alla definizione di contatto stretto sono inclusi in uno specifico percorso di sorveglianza sanitaria da parte dell’ATS (Agenzia di Tutela della Salute) che comprende l’isolamento domiciliare (per 14 giorni a decorrere dall’ultimo contatto avvenuto).

 

Questo è quanto l’ATS Val Padana scriveva in una comunicazione diffusa il 18 maggio 2020, durante la fase di transizione dell’epidemia (la definizione è dell’Istituto Superiore di Sanità), rispondendo alle principali domande poste dal mondo del lavoro.

 

Da allora molto è cambiato: la diffusione del virus è progredita generando nuove varianti, mentre la comunità scientifica si è adoperata per sviluppare vaccini in grado di prevenirla, e lo Stato ha introdotto nuove disposizioni in materia di salute pubblica (che in parte hanno modificato e in parte hanno soppianto quelle preesistenti) per arginarla. Tra le novità più vistose in quest’ambito spicca, senz’altro, quella introdotta dalla Circolare del Ministero della salute del 12 ottobre 2020, che, recependo il parere formulato dal Comitato Tecnico Scientifico, ha operato una netta distinzione tra quarantena e isolamento, trasformandole di fatto in due misure distinte.

 

Tenendo conto del fatto che lo stato di emergenza è stato prorogato e che, alla vigilia della riapertura della scuole, il rischio che i contagi aumentino non è stato dissipato dall’incremento delle vaccinazioni, riteniamo utile fornire alcune indicazioni sulle quali fare affidamento nel caso in cui ci si debba sottoporre ad un periodo di quarantena, iniziando proprio dalla differenza tra quarantena e isolamento.

 

Quarantena e isolamento fiduciario: le differenze

 

Quando si parla di isolamento si intende la separazione dei casi positivi dal resto della comunità per la durata del periodo della loro contagiosità (e non della persistenza della sintomatologia della malattia), così da prevenire da prevenire la trasmissione del virus.

Diversamente, per quarantena si intende la restrizione dei movimenti di coloro che sono stati esposti al virus (quindi dei contatti stretti dei casi accertati) per la durata del periodo d’incubazione del virus, allo scopo di consentire il controllo, il monitoraggio e la tempestiva identificazione dei nuovi casi.

La durata di questi provvedimenti varia a seconda dei casi.

 

  • Il caso dei positivi asintomatici: il soggetto positivo ma asintomatico può rientrare in comunità se nel decimo giorno dall’inizio del periodo di isolamento effettua un test molecolare e questo dà esito negativo.
  • Il caso dei positivi sintomatici: la persona positiva e sintomatica può rientrare in comunità dopo aver osservato un periodo di isolamento di almeno dieci giorni a partire dalla comparsa dei sintomi associati alla malattia (dai quali vanno esclusi il senso di perdita dell’olfatto e quello di perdita del gusto), e a patto che, dopo tre giorni senza sintomi, non abbia ottenuto un tampone positivo;
  • Il caso dei contatti stretti: chi scopre di essere entrato a contatto con un caso Covid accertato (e i contesti in cui si possono verificare questi eventi sono svariati: in casa, sui mezzi di trasporto pubblici, nelle sale riunioni e in sala d’attesa dell’ospedale) deve osservare un periodo di quarantena della durata di 14 giorni, che possono essere ridotti a 10 (nel caso in cui il decimo giorno ottenga un test dall’esito negativo).

 

Una recente Circolare del Ministero della Salute (risalente all’11 agosto 2021) ha disposto alcuni aggiornamenti su queste misure, facendo specificamente riferimento ai soggetti che si siano sottoposti alla vaccinazione almeno quattordici giorni prima che avvenisse il contatto: questi, se ad alto rischio, devono osservare un periodo di quarantena di sette giorni (a partire dall’ultima esposizione) e poi sottoporsi ad un test molecolare o antigienico; mentre, se a basso rischio (come nel caso dei contatti avvenuti in aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) sono esenti da questa misura.

 

Breve sezione informativa sulla quarantena

 

Chi viene a sapere di essere il contatto stretto di un caso Covid deve comunicarlo al proprio medico, il quale si occuperà di contattare l’ASL o l’ATS competente per il territorio, che disporrà, a seconda, dei casi la quarantena e la sorveglianza sanitaria.

 

Fatto ciò, non resterà che osservare la misura disposta dall’autorità sanitaria.

 

A tal proposito, indichiamo alcune regole utili, da comunicare ai dipendenti in quarantena.

 

  • Mantenimento dello stato di isolamento per quattordici giorni dall’ultima esposizione.
  • Divieto di contatti sociali. Non recarti a lavoro, scuola o presso altri luoghi pubblici, ma cerca di svolgere tutte le attività (lo sport compreso) in casa; inoltre, è fondamentale che tu non riceva neppure alcun ospite in visita nella tua abitazione.
  • Divieto di spostamenti e/o viaggi.
  • Obbligo di rimanere raggiungibile per le attività di sorveglianza.
  • Evitare contatti stretti (anche indossando la mascherina chirurgica) in caso di conviventi.
  • Osservare scrupolosamente le ordinarie misure igieniche (come il lavaggio frequente delle mani, l’utilizzo di fazzoletti monouso, la pulizia e la disinfezione frequente delle superfici, l’aerazione degli ambienti).

 

Inoltre, ricorda che durante il periodo di quarantena:

  • È necessario che tu stia in una camera da letto ben ventilata con la porta chiusa. Se condividi il bagno, usalo dopo gli altri. Non condividere asciugamani o altri oggetti.
  • Getta i fazzoletti sporchi e utilizza contenitori chiusi: non utilizzare mai lo stesso fazzoletto quando starnutisci o tossisci; una volta usato, gettalo nell’immondizia e chiudi accuratamente la busta, o copri il cestino; subito dopo, lava le mani per almeno 40 secondi.
  • Se abiti con altre persone, stai in un’altra stanza.
  • Area in continuazione i locali.
  • Usa (se ne hai a disposizione) degli spray battericidi.
  • Se hai sintomi, non andare in ospedale.
  • Se hai febbre o tosse, non recarti dal medico o presso un ospedale, ma chiama i numeri verdi regionali. Se sarà necessario, sarai raggiunto a domicilio dagli operatori sanitari che, utilizzando dispositivi di protezione individuale (come tuta protettiva, mascherina e guanti), potranno visitarti e fornirti le cure necessarie.
  • Se vivi da solo, puoi fare la spesa online o avvalerti dell’aiuto di un amico; in questo, però, è importante che chi si reca al tuo domicilio lasci gli acquisti davanti alla porta dell’abitazione, senza avere un contatto diretto con te, per evitare il rischio del contagio.

 

Igiene degli indumenti e delle stoviglie: alcune indicazioni.

 

  • I piatti sporchi e, in generale, tutti gli utensili utilizzati dalla persona in quarantena per mangiare devono essere lavati in lavastoviglie o a mano con acqua calda e detersivo. Non è necessario tenere separate dalle altre le posate e le stoviglie utilizzate da un paziente con l’influenza.
  • Gli indumenti possono essere lavati in una lavatrice normale, con acqua calda o fredda e detersivo. Non è necessario separare dal resto della biancheria la biancheria e i panni sporchi di un paziente affetto da influenza, ma si dovrà prestare attenzione nel maneggiare la sua biancheria sporca (ad es. evitare di “abbracciarla”), per impedire la contaminazione ed effettuare l’igiene delle mani dopo aver maneggiato la biancheria sporca.