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Come valutare il rischio da esposizione a luce solare?


L’esposizione a UV in ambiente outdoor può variare in relazione ai seguenti fattori: orario della giornata, zona geografica in cui avviene l’esposizione (tropici, zonesubtropicali, zone temperate, ecc.), condizioni metereologiche, altitudine, grado di diffusione delle radiazioni nell’atmosfera, grado di riflessione delle radiazioni da parte delle superfici circostanti (sabbia, neve, ecc.). Vi sono dei sistemi informativi territoriali (GIS) nel settore del monitoraggio di parametri ambientali e della formulazione di previsioni nei settori della meteorologia e dell’agrometereologia, la cui consultazione può fornire parametri importanti per la valutazione e la previsione delle esposizioni giornaliere a UV.
L’Indice UV è un indice che basandosi sulla posizione del sole, sulla nuvolosità prevista, sull’altitudine, sui dati dell’ozono, predice l’intensità della radiazione ultravioletta solare giornalmente. La scala dell’indice UV va da un minimo di 1 ad un massimo di 12, più l’indice è alto, più forte è l’intensità degli UV.
Negli Stati Uniti ed in Australia è presente un servizio di previsioni giornaliere dell’intensità stimata della radiazione ultravioletta solare e l’indice UV viene riportato nei giornali insieme alle previsioni del tempo.
Previsioni dell’indice UV per l’Italia possono essere reperite collegandosi via Internet a vari siti specifici, quale ad esempio quello del Servizio di previsione e informazione degli indici solari nella conca mediterranea gestito dall’ Istituto francese ACRI (Mecanique des fluides, observation de la terre, sciences de l’environnement), consultabileall’indirizzo http://www.enviport.com. Un sopralluogo dell’ambiente di lavoro e la raccolta dei dati sugli orari di lavoro, le pratiche di lavoro e le procedure possono fornire importanti elementi per la valutazione del rischio da UV.

A causa della variabilità delle condizioni meteorologiche e delle modalità di esposizione, che possono essere molto diverse nel corso di una giornata lavorativa, dare una corretta valutazione quantitativa della dose assorbita da un lavoratore esposto può risultare molto complesso. Per questo motivo è opportuno quantificare l’esposizione personale mediante dosimetri. Esistono diverse classi di dosimetri personali. tra questi:

dosimetri elettronici con rilevatore a stato solido,
dosimetri basati sul metabolismo di colonie batteriche,
dosimetri che utilizzano la fotodegradazione di sostanze chimiche.