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Violazione PEC avvocati

A seguito dell’attacco informatico a decine di migliaia di caselle p.e.c. di avvocati, cominciato tra il 7 e l’8 maggio, il Presidente dell’Autorità Garante italiana, Antonello Soro, ha dichiarato di aver avviato l’istruttoria, necessaria ad accertare le relative responsabilità, nonché di aver prescritto le misure opportune per limitare i danni suscettibili di derivarne agli interessati.

Soro ha sottolineato l’assoluta inadeguatezza delle misure di sicurezza correlate alla gestione di un servizio, quale la p.e.c., che dovrebbe garantire la massima riservatezza e su cui, peraltro, si basa l’intera architettura del processo telematico.

Possiamo solo immaginare l’immane portata degli eventuali danni ai diritti e alle libertà degli individui, a seguito di una tale violazione, giacché, logicamente, la casella p.e.c. dell’avvocato contiene l’intera storia processuale di ogni assistito corredata da ogni più specifico documento ufficiale.

L’attacco sarebbe stato rivendicato da Anonymous e le autorità hanno immediatamente avviato le indagini, mentre i Consigli dell’Ordine di riferimento si tutelano informando gli iscritti e invitando a cambiare spesso la propria password.

In realtà, questo attacco ha solamente messo in luce ciò che è ben noto agli addetti ai lavori. Ogni casella di posta elettronica, se non dotata delle misure di sicurezza adeguate previste dal G.D.P.R., costituisce il primo e più semplice bersaglio di qualunque malintenzionato. Ci si auspica che tali avvenimenti, per quanto sconvenienti, possano aiutare a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza della tutela dei dati personali e delle informazioni, conferendogli l’attenzione che merita.