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Via al Green Pass in Scuole e Università con ancora diversi punti aperti

Facendo seguito a quanto previsto dal Decreto-legge n° 111 del 6 agosto 2021, dal 1° settembre tutto il personale scolastico del sistema nazionale di istruzione e universitario, nonché gli studenti universitari, questi ultimi attraverso dei controlli a campione, devono possedere e sono tenuti a esibire la certificazione verde COVID-19 (c.d. green pass).

Contestualmente sorge per gli istituti l’obbligo di effettuare le adeguate verifiche, secondo le modalità definite dal DPCM 17 giugno 2021, ossia:

  • per il tramite di soggetti formalmente e appositamente delegati;
  • mediante l’app mobile VerificaC19, strutturata in modo che la medesima, limitandosi alla verifica puntuale della validità delle certificazioni presentate, non possa memorizzare informazioni personali sul dispositivo del verificatore, che dovrà inoltre astenersi da salvare e conservare, di sua iniziativa, pass, documenti d’identità, o relative informazioni personali degli interessati, su supporti cartacei (es. mediante fotocopia) od elettronici (es. mediante scansioni, screenshot o salvataggio di file).

Il controllo giornaliero implicato da tale procedura “ordinaria”, al fine di prevenire la conservazione dei dati dell’intestatario in qualunque forma (compreso quindi il tempo di validità della certificazione), può comprensibilmente comportare rallentamenti e difficoltà pratico-organizzative per gli istituti, sollevate da questi ultimi e dalle relative rappresentanze sindacali nei numerosi incontri intercorsi con il MIUR nelle ultime settimane.

A valle di questi incontri e a ridosso dell’avvio dei controlli del green pass, il Ministero ha anticipato in una sua nota del 30 agosto 2021 il prossimo utilizzo di una piattaforma informatica a supporto degli Istituti Scolastici, che sfrutterà l’interoperabilità fra il Sistema informativo in uso presso le scuole (SIDI) e la Piattaforma nazionale per il rilascio delle certificazioni (DGC): i verificatori potranno interrogare direttamente il Sistema, che “restituirà” la medesima tipologia di schermate descritte nella “procedura ordinaria”, limitando quindi la verifica “ordinaria” con “VerificaC19” ai soli QRcode con “schermata rossa”.

Per ulteriori dettagli e l’effettiva attivazione della suddetta “procedura semplificata”, è atteso prossimamente un nuovo DPCM dedicato, il cui schema ha già ricevuto il parere favorevole del Garante, tra i cui principali rilievi si sottolinea come:

  • il processo di verifica dovrà essere effettuato quotidianamente prima dell’accesso dei lavoratori in sede e dovrà riguardare solo il personale per cui è prevista l’effettiva presenza in servizio nel giorno della verifica, escludendo comunque chi è assente per specifici motivi: ad esempio, per ferie, permessi o malattia;
  • i verificatori potranno raccogliere solo i dati strettamente necessari all’applicazione delle misure previste in caso di mancato rispetto degli obblighi sul green pass (ad esempio assenza ingiustificata, sospensione del rapporto di lavoro e del pagamento dello stipendio);
  • per evitare eventuali abusi, le operazioni di verifica saranno oggetto di registrazione in appositi log (conservati per dodici mesi), senza però conservarne traccia dell’esito.

Se il quadro delineatosi negli ultimi giorni, tutt’ora in divenire, ha iniziato a dare delle risposte, seppur in modo frammentato, rimangono tuttavia ancora diversi nodi aperti, che si auspica il DPCM di prossima attuazione possa iniziare a sciogliere, quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo:

  • come dovranno procedere le Università dal momento che il Sistema SIDI non è in uso presso di esse?
  • come gestire i controlli del personale/collaboratori non dipendenti del Ministero?
  • come gestire praticamente le informazioni derivanti da eventuali controlli negativi, in particolare per il computo dei giorni di assenza ingiustificata, dal momento che non è consentita la conservazione?