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UNI/PdR 42:2018: una nuova prassi di riferimento per contrastare il bullismo ed il cyberbullismo all’interno delle scuole

Il bullismo, e soprattutto il cyberbullismo, sono sempre più presenti nella realtà quotidiana di ogni Istituto scolastico. L’ISTAT lo scorso marzo ha presentato in Parlamento una propria Indagine dedicata alla disamina del fenomeno[1].

Ebbene, dai dati raccolti nel 2018 è emerso come l’85,8% dei ragazzi tra 11 e 17 anni di età utilizza quotidianamente il telefono cellulare. Il 72% dei ragazzi naviga in Internet tutti i giorni, e soprattutto, il cyberbullismo ha colpito il 22,2% di tutte le vittime di bullismo.

Tra le 11-17enni si registra una quota più elevata di vittime: il 7,1% delle ragazze che si collegano ad Internet, o dispongono di un telefono cellulare, sono state oggetto di vessazioni continue tramite Internet o telefono cellulare, contro il 4,6% dei ragazzi. Vi è inoltre un rischio maggiore per i più giovani: circa il 7% dei bambini tra 11 e 13 anni è risultato vittima di prepotenze tramite cellulare o Internet una o più volte al mese, mentre la quota scende al 5,2% tra i ragazzi da 14 a 17 anni.

L’ISTAT, per il futuro, sta progettando una nuova indagine specifica per acquisire ulteriori dati sul tema.

Per contrastare il crescere della violenza già nel 2017 il Parlamento emanava la L. 29 maggio 2017, n. 71, Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo[2]. Il provvedimento definiva il cyberbullismo come: qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.

Il provvedimento definisce dettagliatamente il ruolo dei docenti all’interno degli Istituti Scolastici, e soprattutto, prevede che ogni Scuola debba individuare fra i docenti un referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto al cyberbullismo, anche avvalendosi della collaborazione delle Forze dell’ordine.

Le Istituzioni scolastiche devono, pertanto, promuovere, nell’ambito della propria autonomia, l’educazione ad un uso consapevole di Internet e delle nuove tecnologie. Gli uffici scolastici regionali sono chiamati a promuovere progetti, nonché azioni integrate sul territorio, finalizzate al contrasto del fenomeno ed educazione alla legalità.

Ciascun minore ultraquattordicenne (o i suoi genitori) che sia stato vittima di cyberbullismo può inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco dei contenuti diffusi nella rete. Se entro 24 ore dall’inoltro il gestore non avrà provveduto, l’interessato potrà rivolgere analoga richiesta al Garante per la protezione dei dati personali, che rimuoverà i contenuti entro 48 ore. Il Garante ha pubblicato nel proprio sito il modello per la segnalazione/reclamo in materia di cyberbullismo.

L’UNI/PdR 42:2018 si inserisce in questo contesto e mira ad individuare i rischi ai quali i sono esposti i minori ed assicurare una gestione operativa in grado di mitigarli. Sono state previste disposizioni mirate per prevenire il rischio legale (possibili azioni giudiziarie) per i vari operatori che lavorano a contatto con minorenni.

Risulta fondamentale per i dirigenti scolastici, e per gli insegnanti, agire preventivamente e prevedere procedure specifiche in grado di dimostrare il rispetto della normativa vigente in materia.

La prassi di riferimento si applica a tutte le attività assimilabili ad un Istituto scolastico come centri di formazione professionale, centri diurni, convitti, centri giovanili, centri sportivi, centri ricreativi e comunque in generale a tutte le organizzazioni rivolte ad utenti minorenni.

Evidenziamo che l’Istituto Comprensivo di San Bonifacio (VR) è stata la prima realtà italiana ad ottenere la certificazione[3].

A riprova del crescente interesse manifestato dalle Istituzioni nella recente Manovra Finanziaria sono stati stanziati un milione di euro, per ciascuno degli anni dal 2020 al 2022, per le iniziative destinate alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno.

Si tratta di: «Un passo avanti nella lotta a quei fenomeni che negano l’infanzia felice a cui ogni bambino ha diritto», ha commentato soddisfatta la presidente della Commissione per l’infanzia e l’adolescenza Licia Ronzulli, prima firmataria dell’emendamento. «È un successo del Parlamento – prosegue – dal momento che l’emendamento è stato sottoscritto da tutti i gruppi ed approvato all’unanimità in commissione bilancio, ma in particolare della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza che ha proposto la misura»[4].

[1] https://www.istat.it/it/files//2019/03/Istat-Audizione-27-marzo-2019.pdf.

[2] https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/06/3/17G00085/sg.

[3] https://www.ic1sanbonifacio.gov.it/.

[4] https://www.corriere.it/scuola/medie/19_dicembre_10/cyberbullismo-milione-manovra-preparare-docenti-85586c40-1b3c-11ea-9c4c-98ae20290393.shtml