Telefonia mobile ed elettromagnetismo
Una pubblicazione emessa dal Consorzio Elettra 2000 (consorzio promosso nel 1988 per sostenere e coordinare l’attività di ricerca e formazione in tema di emissioni elettromagnetiche dei dispositivi di telefonia mobile) mette ben in evidenza, le relazioni esistenti tra telefonia mobile e bioelettromagnetismo.
Tutto è alla base del collegamento radio che caratterizza un sistema radiomobile; esso è realizzato da due sistemi radio che comunicano tramite un campo elettromagnetico. I due sistemi sono la stazione radio – base ed il telefonino. Una comunicazione si instaura quando dalla stazione radio – base viene irradiata un’onda elettromagnetica che è ricevuta ed elaborata dal terminale mobile. A sua volta per rispondere il terminale emette un’onda elettromagnetica verso la stazione radio –base. Poiché le stazioni radio – base sono collegate fra loro e con la rete di telefonia fissa, pertanto si può comunicare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo giunga il segnale di una stazione radio – base.
Una rete cellulare opera sulla base di una suddivisione in celle del territorio ed è progettata per fornire il servizio di comunicazione a un elevato numero di clienti, utilizzando in modo efficiente una porzione assegnata e limitata dello spettro elettromagnetico intorno alle frequenze di 900 e 1800 MHz. Ogni stazione radio – base serve una porzione limitata di territorio ed un numero limitato di utenti.
Al giorno d’oggi il rapidissimo diffondersi dell’uso di telefoni mobili e quindi delle stazioni radio – base necessarie per il servizio, ha suscitato timori riguardo eventuali ripercussioni sulla salute, in relazione a possibili effetti sull’organismo umano dei campi elettromagnetici emessi dai sistemi cellulari. Un primo punto importante da sottolineare è che gli eventuali effetti biologici legati all’esposizione a campi elettromagnetici non sono necessariamente indice di patologie, alterazioni e modificazioni dannose a carico per la salute.
Il campo elettromagnetico assorbito dai tessuti biologici induce le molecole a un moto oscillatorio che determina un possibile innalzamento di temperatura delle cellule.
Il possibile rischio associato a tale aumento di temperatura indotto dal campo elettromagnetico è stato esaminato in numerosi studi ed esperimenti. Organismi nazionali e internazionali hanno valutato il rischio riportato che “i dati relativi alla risposta dell’uomo a campi elettromagnetici di elevata frequenza sono di pieno supporto alle conclusioni che effetti biologici avversi possono essere causati da incrementi di temperatura nei tessuti superiori a 1 °C”. Pertanto per non avere alcun effetto biologico avverso è sufficiente che l’innalzamento di temperatura non superi il livello di soglia di 1 ° C in alcuna parte del corpo umano.
Per quanto riguarda i sistemi di radiocomunicazione, tutte le normative vigenti identificano una grandezza primaria, il SAR ( Specific Absorption Rate). Questa grandezza è una misura della quantità di potenza elettromagnetica assorbita da un tessuto per unità di massa (W/Kg).
E’ questa grandezza che deve essere limitata in base a quanto esposto precedentemente, i limiti vengono riportati in tabella.
Valori di riferimento primari per l’esposizione a campi elettromagnetici a frequenza di 900 e 1800 MHz | |||
Valenza territoriale Internazionale | USA | Europa | |
Norma ICNIRP 1998 | ANSI C95.1.1992 | CENELEC | |
Valori limite | |||
SAR corpo intero (W/Kg)
| 0.08 | 0.08 | 0.08 |
SAR di picco (W/Kg)
| 2 (media su 10 g) | 1.6 (media su 1 g) | 2 (media su 10 g) |
SAR di picco negli arti (W/Kg) | 4 (media su 10 g) | 4 (media su 10 g) | 4 (media su 10 g) |
Le informazioni relative a cosa ci dice la legge in termini limiti di protezione dai campi elettromagnetici dei telefonini e i consigli per l’uso degli stessi apparecchi, verranno trattati nel successivo dossier.