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Seveso Ter: approvato il dlgs di attuazione


Nella seduta del 16 settembre 2005 il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo per l’attuazione della direttiva 2003/105/CE (cosiddetta Seveso Ter) che contiene nuove disposizioni comunitarie in materia di prevenzione e controllo di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose.

Tra le novità introdotte dal decreto vi è il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti interessati, sia nella fase di predisposizione del piano sia nelle successive fasi di aggiornamento, sperimentazione ed attuazione. Fondamentale importanza è attribuita alla collaborazione sinergica tra tutti gli attori del processo finalizzata al successo della pianificazione di emergenza.

Il Comunicato stampa n. 20/2005 del Consiglio dei Ministri contiene le novità introdotte dal D.Lgs.:
viene ampliato il campo di applicazione della normativa vigente, comprendendo le operazioni minerarie di trattamento chimico o termico dei minerali che richiedano l’impiego delle sostanze pericolose elencate nell’allegato 1, nonché gli impianti di smaltimento degli sterili che trattano le stesse sostanze dell’allegato 1, precedentemente esclusi;
implementa la partecipazione dei soggetti interessati al processo della pianificazione d’emergenza, prevedendo la consultazione dei lavoratori delle imprese subappaltatrici nella fase di elaborazione dei piani di emergenza interni, e della popolazione interessata nel caso di aggiornamento dei piani di emergenza esterni;
rafforza il diritto dei cittadini all’informazione sulle misure di sicurezza, che deve essere fornita regolarmente e nella forma più idonea;
individua nella pianificazione del territorio un secondo sovraordinato livello di gestione del rischio di incidenti nelle aree interessate dagli stabilimenti “Seveso” ed introduce nuove categorie di elementi vulnerabili da considerare nelle politiche di assetto del territorio e nelle relative procedure di attuazione (edifici frequentati dal pubblico, aree ricreative e infrastrutture di trasporto principali).

La pianificazione urbanistica, quale strumento di controllo dell’urbanizzazione nelle zone interessate da stabilimenti a rischio, è così ricondotta in un quadro d’azione più articolato che prevede un secondo livello di intervento a lungo termine, cui partecipano Stato, Regioni ed enti locali.

Il decreto legislativo attende ora la firma del Presidente Ciampi e la pubblicazione in G.U.