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Pavimenti in linoleum con amianto

 

Le caratteristiche intrinseche dell’amianto lo rendono particolarmente pericoloso dalla salute, com’è assodato ormai da anni a questa parte. Anche le diverse legislazioni europee ne hanno riconosciuto la pericolosità e hanno messo in pratica diversi sistemi per prevenirne i rischi.

In particolare, sono potenzialmente molto dannosi per la salute i pavimenti in linoleum amianto. Ecco quindi quali sono le loro caratteristiche principali, che obblighi hanno i proprietari degli edifici e i tecnici, e come si possono rimuovere pavimenti e residui di amianto in tutta sicurezza.

L’amianto: caratteristiche e tipologie

L’amianto o asbesto è un silicato a struttura fibrosa ottenuto dalla macinazione di un particolare tipo di roccia, la fibrosità e le caratteristiche intrinseche conferiscono all’amianto alcune prestazioni quali l’indistruttibilità, la resistenza agli acidi, la resistenza alla combustione, fonoassorbenza, flessibilità e facile friabilità.

Nel tempo sono stati sfruttati merceologicamente sei differenti tipi di amianto (crisotilo, actinolite, tremolite, antofillite, amosite, crocidolite) che si distinguono tra loro solo al microscopio per la diversa colorazione e formazione delle fibre. La conformazione fibrosa dell’asbesto è originata dai sali dell’acido silicico e non è visibile ad occhio nudo (è necessario un ingrandimento di circa 150 volte).

Dei tipi di asbesto regolamentati il più utilizzato è il tipo serpentino che prende il nome di crisotilo; esso presenta caratteristiche refrattarie migliori degli altri ma è più facilmente attaccabile da soluzioni acide o fortemente alcaline.

Oltre al suo essere friabile e flessibile, una delle caratteristiche principali che rende pericoloso il minerale è data dalle fibre sottili e corte che si liberano nell’aria volatilizzandosi con estrema facilità.
Nel settore delle costruzioni civili l’amianto è stato utilizzato per parecchi anni in modo diffuso; infatti, troviamo la presenza di questo minerale in molti componenti edili quali:

  • lastre di cemento-amianto per coperture (eternit);
  • tubi per acquedotti (fibrocemento);
  • canne fumarie (fibrocemento);
  • serbatoi per contenere acqua o altri liquidi (fibrocemento);
  • coibentazione di tubi di riscaldamento e di centrali termiche;
  • intonaci con presenza di amianto floccato per aumentare la resistenza al fuoco e rendere l’ambiente fonoassorbente;
  • rivestimento su superfici metalliche per aumentare la resistenza al fuoco;
  • pavimenti in linoleum (vinilamianto).

La pervasività dell’amianto nell’edilizia dei decenni passati ha fatto sì che, ancora oggi, molti edifici o parti di edifici siano costituiti di materiali contenenti amianto in diverse percentuali, conformazioni e tipologie. Pertanto, è fondamentale rendersi conto tempestivamente della problematica, e intervenire il prima possibile secondo le tempistiche e i metodi indicati dalla legge.

La rimozione dell’amianto: leggi e gestione

Nell’ultimo decennio, l’entrata in vigore del D. Lgs 277/1991, ha posto l’obbligo della valutazione dei rischi di esposizione ad amianto per la salute e la necessità di rimozione in sicurezza dello stesso materiale.

Le varie normative che si sono susseguite hanno indubbiamente tenuto sempre più conto del maggior pericolo percepito per gli ambienti di lavoro (e non solo) dovuto alla presenza di asbesto, cercando di garantire la tutela ambientale, eventualmente attraverso operazioni di servizi di smaltimento e bonifica dell’amianto, che portano al rilascio della certificazione di restituibilità degli ambienti bonificati.

La disciplina legislativa, anche in seguito alle scoperte scientifiche e agli scandali giudiziari, ha naturalmente prestato molta attenzione anche alla tutela della salute dei lavoratori esposti alle polveri di amianto, o semplicemente dei frequentatori di edifici con superfici in amianto.

È necessario considerare i pavimenti in linoleum come pavimenti con potenziale presenza di amianto e quindi con possibili rischi per i frequentatori dei locali (lavoratori, visitatori, terzi).
Questi pavimenti si trovano con maggiore frequenza nei seguenti immobili:

  • ospedali;
  • uffici pubblici;
  • scuole (materne, elementari, medie, superiori);
  • case popolari;
  • edifici rurali di modeste entità;
  • case di cura e di ricovero;
  • industrie (uffici, depositi, ecc.).

Soprattutto negli anni ‘60/’70, la presenza dell’asbesto nei pavimenti in linoleum si era diffusa per rendere più resistente la superficie calpestabile dagli acidi, dall’usura e dai mozziconi di sigarette. Per molto tempo sono stati realizzati pavimenti in vinil-amianto, oggi non più prodotti. La corretta amministrazione di un’azienda passa anche dalla sicurezza dei materiali presenti nei luoghi di lavoro.

La gestione in sicurezza dei manufatti contenenti amianto coinvolge più soggetti i quali devono provvedere, ognuno per quanto gli compete, a determinati obblighi di legge. I soggetti in questione sono essenzialmente i proprietari e il personale tecnico competente, che a prescindere da quanto previsto dalla normativa, hanno il dovere morale di assicurare le buone condizioni degli ambienti frequentati, sia in via preventiva che a seguito di lavori industriali caratterizzati dall’impiego di determinati materiali come l’eternit (o cemento-amianto).

Per quanto la rimozione dell’amianto sia un’operazione costosa e complessa, è naturalmente possibile fruire di contributi e sovvenzioni pubblici per progetti di smaltimento dell’amianto in sicurezza, che permettono al contempo di mettere in sicurezza i propri edifici e di rinnovarli secondo materiali moderni e a norma senza affrontare interamente i cospicui costi di rimozione dell’amianto.

Gli obblighi di proprietari e tecnici

I principali oneri di competenza dei proprietari e dei tecnici professionisti possono essere così riassunti.

Tra gli obblighi per i proprietari sono fondamentali quelli di:

  • verificare eventuale presenza di manufatti contenenti amianto all’interno del sito;
  • nominare, in caso di presenza di amianto, un tecnico qualificato con il compito di controllo e di direzione delle attività di manutenzione, per esempio alle pareti esterne delle tubazioni in cemento-amianto;
  • segnalare all’ente di controllo competente (ASL) la presenza di manufatti contenenti amianto ed il loro stato di conservazione;
  • informare i frequentatori abituali degli edifici (lavoratori, residenti, terzi) dei rischi di esposizione ad amianto;
  • promuovere, in relazione al documento di valutazione, un’operazione il più possibile rapida di rimozione di pannelli, rifiuti, mattonelle, guarnizioni e, in generale, tutti i materiali contenenti amianto o eternit presenti nel sito, e nel frattempo trattarli in base alle norme di sicurezza edilizia vigenti, utilizzando i guanti e tutte le altre precauzioni previste.

Tra gli obblighi del tecnico competente si ricordano quelli di:

  • richiedere, in caso di incertezza sulla presenza dell’amianto, un’analisi di laboratorio dei manufatti potenzialmente contenenti asbesto, in alcuni casi possono essere eseguite analisi dell’aria dei locali dove si sospetta la presenza del minerale;
  • predisporre un documento di valutazione dei rischi sullo stato di conservazione dei manufatti contenenti amianto;
  • verificare con cadenza annuale lo stato di conservazione dei manufatti contenenti amianto;
  • informare eventuali imprese che dovessero intervenire per opere di manutenzione sulla necessità di non sollecitare meccanicamente i manufatti contenenti amianto;
  • suggerire eventuali interventi di bonifica in caso di deterioramento dei materiali che possano disperdere nell’ambiente fibre di amianto;
  • predisporre eventuali procedure di sicurezza per le attività di pulizia, manutenzione, ecc. riferite ai locali dov’è presente il minerale.

La rimozione dei pavimenti in linoleum amianto

I pavimenti in lineolum con amianto rappresentano una tipologia di pavimenti resilienti e si differenziano dalle pavimentazioni a copertura dura. In caso di presenza di amianto nella pavimentazione è necessario prendere precauzioni finalizzate alla riduzione dei rischi, stabilire delle corrette procedure di sicurezza che tengano conto della presenza di asbesto e delle attività in essere nei locali, programmare in caso di deterioramento dello stesso, la rimozione del pavimento o il suo confinamento.

La tecnica del confinamentoconsiste nell’applicazione di un nuovo pavimento in gomma, pvc, linoleum ecologico, piastrelle ecc. incollandolo al di sopra del pavimento in essere.

È anche detta tecnica dell’incapsulamento, in quanto appunto consiste non nel rimuovere il materiale pericoloso, ma nel ricoprirlo con uno strato di prodotti penetranti, che inglobano le fibre dell’amianto, impediscono il rilascio di polveri dannose e conseguentemente evitano le malattie correlate.

I vantaggi di questo trattamento consistente nell’installazione di pavimentazioni nuove sono:

  • eliminazione temporanea del rischio di esposizione alle fibre di amianto;
  • riduzione dei costi dell’intervento di bonifica dettata dalla mancata rimozione del pavimento già presente;
  • riduzione dei tempi di intervento di bonifica.

Gli svantaggi sono:

  • mancata eliminazione definitiva della presenza del minerale;
  • obbligo di monitorare nel tempo i manufatti mediante il tecnico competente;
  • obbligo di informazione agli utenti e manutentori della presenza di amianto confinato;
  • obbligo di predisporre procedure di sicurezza a cui attenersi in caso di interventi di manutenzione;
  • obbligo di presentazione all’ASL, del piano di lavoro in caso di interventi di manutenzione che comportino sollecitazione meccanica del pavimento.

La tecnica della rimozione consiste nell’asportazione delle piastrelle del pavimento mediante speciali spatole metalliche manuali evitando, per quanto possibile la rottura delle piastrelle, aspirazione del pavimento e dei locali e di tutte le superfici potenzialmente contaminate, ripristino della nuova pavimentazione.

I vantaggi del metodo sono:

  • l’eliminazione definitiva del rischio di esposizione a fibre di amianto;
  • il non obbligo di mantenere in essere la figura del tecnico competente e dell’effettuazione del monitoraggio periodico;
  • il non obbligo di informare gli utilizzatori ed i manutentori.

Gli svantaggi sono:

  • aumento dei costi dell’intervento di bonifica;
  • aumento dei tempi dell’intervento di bonifica.