Impianti elettrici e di messa a terra
L’impianto di messa a terra è un collegamento imposto dalla norma vigente (D.P.R. 547/55, DM n 37 del 22/01/2008, norma CEI 64-8/4) per mantenere le masse al potenziale di terra in condizione di normale utilizzo, realizzando una protezione mediante messa a terra.
Il D.P.R. 462/01 obbliga il Datore di Lavoro (DL) a utilizzare gli impianti elettrici mantenendoli in perfetta sicurezza (cioè è obbligato a predisporre una corretta manutenzione degli stessi) e, in più, è obbligato a interpellare un Organismo appositamente autorizzato dal Ministero (o, in alternativa, la ASL/ARPA di competenza), che in pratica certifichi che l’attività di manutenzione è stata condotta con efficacia.
L’impianto elettrico può essere effettuato in bassa tensione B.T. (380-400V max) ed in media tensione M.T. (oltre i 400V, di solito sono le cabine elettriche).
Sono soggetti a verifiche:
- Tutti gli impianti elettrici sotto i 1000 V;
- Tutti gli impianti elettrici sopra i 1000 V;
- Impianti adibiti contro le scariche elettriche atmosferiche;
- Impianti elettrici posti in luoghi con particolare pericolo di esplosione (i cavi passano in particolare tubature stagne).
La periodicità delle verifiche (effettuate da ispettori accreditati dal Ministero con esperienza di affiancamento triennale) varia, essenzialmente, a seconda di due fattori; se l’attività è soggetta a CPI, queste vengono effettuate ogni 2 anni, in caso contrario (se l’attività non è soggetta a CPI), queste diventano quinquennali.
La verifica di un impianto comprende:
- Una verifica documentale;
- Una verifica a “vista” dell’impianto;
- Una verifica strumentale (effettuata sui differenziali, cavi, ecc.);
- Una verifica atta ad accertare se l’impianto è coordinato;
- Una verifica impianti messa a terra;
- Una verifica di continuità (effettuato sulle cabine elettriche).
Alternative alla messa a terra
Sebbene la messa a terra sia una delle soluzioni più comuni ed efficaci per garantire la sicurezza degli impianti elettrici, esistono alcune alternative che possono essere utilizzate in specifiche circostanze. Tra queste, le più note sono l’isolamento totale, il sistema IT e il doppio isolamento.
Isolamento totale: Questo metodo prevede che tutte le parti metalliche non conduttrici di corrente siano completamente isolate dalla terra. Ciò significa che, in caso di guasto, non vi è alcun percorso conduttivo che possa causare una scossa elettrica. Questo sistema è comunemente utilizzato in ambienti altamente specializzati come quelli medici.
Sistema IT: In questo sistema, il neutro del trasformatore non è collegato a terra o è collegato tramite un’impedenza molto alta. Le masse metalliche dell’impianto sono collegate a terra tramite resistenze o induttanze. Questo metodo riduce le correnti di guasto, minimizzando il rischio di incidenti. È particolarmente utile in ambienti industriali dove la continuità di servizio è fondamentale.
Doppio isolamento: Questa tecnica viene impiegata principalmente negli elettrodomestici e nei dispositivi portatili. Consiste nell’utilizzare due strati di isolamento indipendenti per prevenire il contatto accidentale con parti sotto tensione. Anche se una delle barriere isolanti fallisce, la seconda assicura che l’utente rimanga protetto.
Queste alternative alla messa a terra sono utilizzate in specifiche applicazioni dove le condizioni operative richiedono soluzioni differenti. La scelta del sistema di protezione più adatto dipende da vari fattori, tra cui il tipo di installazione, le condizioni ambientali e le normative di sicurezza applicabili.