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Ambiente e stampa aziendale

fonte: siti pmi.it e visionpost

Secondo un recente studio, il 90% dei dipendenti europei si impegnerebbe nel ridurre i gli sprechi legati alla stampa in ufficio, ma il 55% ritiene che, nel complesso, in azienda questi siano ancora troppo elevati

Lexmark ha reso pubblica in questi giorni una nuova ricerca commissionata a Ipsos e condotta intervistando 5.676 dipendenti delle aziende di 13 paesi europei per conoscere le problematiche relative alla stampa e alla gestione documentale in particolare relativamente allo spreco di carta e i relativi danni economici per le strutture e per l’ambiente.

L’indagine si inquadra nella strategia Lexmark “Print Less, Save More”, oltre che nei programmi educational, di cui fa parte anche il recente Centro di Eccellenza.

Oltre la metà delle PMI – circa il 61% – ha registrato un aumento dei volumi di stampa rispetto a due anni fa, nonostante il 54% di esse dichiari di essere consapevole che gli sprechi di carta in ufficio generino il più forte impatto sull’ambiente.

Il Paese in cui questa contraddizione è più evidente è l’Inghilterra (si dichiarano infatti consapevoli il 60% degli intervistati), mentre il meno interessato a questi aspetti sembra essere la Germania (hanno risposto il 47% delle aziende); complessivamente solo 17% delle aziende intervistate ha registrato un calo nel numero delle pagine stampate.

Il 90% dei dipendenti dichiara di impegnarsi quotidianamente nella riduzione dei volumi di stampa. Sembrano quindi in contrasto i dati che rilevano come il numero di pagine stampate negli uffici resti comunque troppo elevato, nonostante il calo segnalato in Paesi come l’Italia (circa 9 pagine al giorno in meno rispetto a due anni fa).

In Europa, la media è di 31 pagine stampate quotidianamente (contro le 34 di due anni fa), mentre in Italia è di 32. I più impegnati nel ridurre gli sprechi risultano gli svedesi con una media di 20.

Nel 2006 il settore “meno attento” era – con 47 pagine – quello del Commercio, passato a 34 nel 2007, anno in cui viene battuto dl settore Servizi, passato da 46° 36 pagine giornaliere.

Sembra migliorare anche la percezione dello spreco da parte dei dipendenti, salita al 55% (dal 52%). Paradossalmente l’indagine rivela uno squilibrio tra consumi ridotti percepiti dai singoli e realtà dell’elevato consumo dell’impresa cui appartengono. Solo il 27% dei dipendenti ammette di esser parte in causa. In Italia la percentuale sale fino al 33%

Dal canto loro, il 49% delle aziende ha modificato le proprie policy riguardo i processi di stampa, il 42% promuove best practice per cercare di evitare gli sprechi, incoraggiando i dipendenti ad adottare comportamenti responsabili in tal senso.

Le politiche ambientali verrebbero promosse su due fronti: da un lato la sensibilizzazione dei dipendenti ad assumere comportamenti responsabili, dall’altro la spinta all’utilizzo di funzionalità innovative presenti sui dispositivi di stampa.

La maggior parte delle imprese intervistate ha dichiarato di voler adottare semplici accorgimenti come spegnere le apparecchiature elettroniche – lo farebbero il 96% di esse – (con un picco del 99% in Inghilterra), leggere i documenti a video anziché stamparli – in media il 93% (la Francia è all’ultimo posto con l’88%), infine riciclare le cartucce – lo fa in media il 93% del campione. Su quest’ultimo aspetto l’Italia è esemplare: il 97% delle PMI intervistate dichiara, infatti, di riciclare regolarmente le cartucce.

In merito all’utilizzo delle moderne tecnologie, la survey rivela che molte realtà del mondo PMI hanno già integrato nella propria infrastruttura nuove soluzioni di stampa che propongono funzionalità ‘eco’: la stampa fronte/retro, per esempio, è un’opzione utilizzata in media il 18% di esse). In testa la Francia (con il 23%), seguita dall’Italia (22%), all’ultimo posto invece la Germania con solo l’11%.

In generale è emerso, inoltre, che la riduzione dei volumi di stampa segnalata in alcune PMI europee è stata determinata dall’aumento delle comunicazioni elettroniche (nel 58% dei casi) e non da una maggiore consapevolezza nei confronti dei costi o dell’impatto ambientale (solo il 6%). Questa considerazione è confermata dalle percentuali rilasciate dagli intervistati sull’aumento delle comunicazioni elettroniche: in Italia per il 75% del campione, in Spagna per il 74% e in Francia il 20%.
Il 62% di questi afferma che queste politiche abbiano contribuito nel raggiungere una maggiore efficienza, ma che si possa mantenere lo stesso livello di produttività riducendo di un ulteriore 30% l’output di stampa individuale.