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Prodotti fitosanitari: quali rischi può correre chi li utilizza

I prodotti sanitari sono impiegati per proteggere le piante e migliorare la produzione. Ma possono anche essere rischiosi: ecco come si può proteggere se stessi e l’ambiente.

Tra i prodotti più utilizzati in agricoltura vi sono sicuramente i fitosanitari, impiegati sia nelle colture professionali che in quelle domestiche. I loro utilizzi sono molteplici e variegati, il che li rende generalmente indispensabili.

Tuttavia, se usati in modo scorretto, portano con sé anche rischi per la salute umana e per l’ambiente. Ecco allora che cosa sono i prodotti fitosanitari, come si usano e quali sono i modi migliori per proteggere se stessi e l’ambiente durante l’utilizzo.

Prodotti fitosanitari: definizione

I prodotti fitosanitari sono tutti quei prodotti contenenti sostanze attive di varia natura in grado di:

  • proteggere i vegetali, o i prodotti vegetali, da organismi e microrganismi potenzialmente nocivi e dannosi, o assicurarne la prevenzione degli effetti;
  • influire sui processi vitali, di crescita o di sviluppo dei vegetali, pur non essendo fertilizzanti;
  • conservare più a lungo e meglio quei prodotti vegetali per i quali la normativa non prevede misure restrittive sui conservanti;
  • eliminare o tenere sotto controllo la crescita di piante infestanti, indesiderate o nocive per le coltivazioni.

Tale definizione dei prodotti fitosanitari si ricava dalle linee guida del D. P. R. 55/2012, che modifica il precedente decreto legislativo 290/2001 per la “semplificazione dei procedimenti di autorizzazione alla produzione, alla immissione in commercio e alla vendita di prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti”, anche sulla base di leggi europee (come la direttiva 91/414/CEE) e di altri atti del Ministero della salute.

La legislazione considera “sostanza attiva” (o “principio attivo”) tutte quelle sostanze che permettono di contrastare i problemi elencati sopra (p. es. organismi nocivi o piante indesiderate). Tra queste rientrano sia sostanze naturali o industriali di origine chimica, sia microrganismi come virus o batteri.

In concreto, in base alle ultime procedure e disposizioni normative, il prodotto fitosanitario si acquista sotto forma di miscela (o preparato), e può essere messo in commercio in diverse forme, come sospensioni, polveri, emulsioni e così via.

Prodotti fitosanitari: ambiti d’uso

I prodotti fitosanitari possono essere utilizzati:

  • in ambito professionale, per esempio per il trattamento di coltivazioni agrarie, piantagioni forestali o per la produzione di derrate alimentari (in questo caso è richiesto l’apposito patentino);
  • in ambito non professionale e domestico, come la coltivazione di piante ornamentali, d’appartamento o da giardino (in questo caso i fitosanitari sono definiti “prodotti per piante ornamentali” o PPO).

Si tratta quindi di una categoria di prodotti molto ampia, che include sia l’uso professionale agricolo che quello extra-agricolo.

È importante sottolineare che i prodotti fitosanitari devono comunque essere impiegati solo ed esclusivamente per difesa fitosanitaria (ovvero, delle piante), e secondo le istruzioni e le indicazioni riportate tra le informazioni in etichetta, anche da parte degli utilizzatori professionali. Non vanno usati per trattare altre forme di parassiti o infestazioni (p. es. degli animali domestici).

In concreto, poi, esistono moltissime tipologie di prodotti fitosanitari, tra cui possiamo menzionare quelli di tipo:

  • battericida;
  • fungicida o anticrittogamico (contro la formazione di funghi e organismi simili);
  • insetticida o acaricida;
  • repellente e antiparassitario animale, compresi rodenticidi e molluschicidi, che seguono le norme del Piano d’azione nazionale sui pesticidi;
  • fitoregolatore, inclusi i fitofarmaci (ma anche erbicidi e diserbante), che agiscono sullo sviluppo delle piante.

Prodotti fitosanitari: rischi

Se l’uso dei prodotti fitosanitari è sconsiderato e non rispetta le norme, può portare a diffondere sostanze dannose nell’ambiente; tali sostanze possono facilmente entrare nel ciclo biologico e nella catena alimentare degli esseri viventi, e arrivare a colpire anche l’uomo.

Un utilizzo improprio dei fitosanitari può condurre a forme di intossicazione, che può essere:

  • acuta. Si manifesta in particolare quando gli operatori e gli addetti allo spargimento del prodotto non adottano le precauzioni e le forme di protezione adatte, e finiscono per assorbire (per via cutanea o per inalazione) delle sostanze dannose per il sistema nervoso e molti organi interni;
  • cronica. È il caso in cui le sostanze tossiche producono effetti a seguito di una lunga esposizione a concentrazioni ridotte; in genere, la trasmissione avviene attraverso la pelle. Si tratta di una forma di tossicità ancora in fase di studio; per le statistiche, gli effetti più noti sono dermatiti da contatto ed effetti neurologici, cancerogeni e sul sistema immunitario.

Inoltre è spesso molto elevato anche il rischio di residui tossici di prodotti fitosanitari nella catena alimentare degli altri organismi viventi, oppure nelle falde acquifere.

In queste circostanze, naturalmente, è a rischio prima di tutto l’ambiente e gli animali (e dunque la biodiversità), che possono intossicarsi e soffrire di danni anche gravi a causa dell’assunzione di tali sostanze chimiche. In secondo luogo, anche l’uomo può assumere tali principi attivi attraverso le acque o il consumo animale, e quindi può subire a propria volta i medesimi problemi.

Prodotti fitosanitari: corretto impiego

Il corretto impiego dei prodotti fitosanitari passa innanzitutto attraverso l’osservanza delle leggi nazionali ed europee in materia di commercializzazione, distribuzione, acquisto, trasporto e conservazione, che richiedono apposito certificato di abilitazione (e relativa modulistica) per gli addetti autorizzati. Per esempio, se dei fitosanitari potenzialmente nocivi vengono stoccati assieme ad alimenti destinati al consumo, il rischio di intossicazione è alto.

Per quanto riguarda l’utilizzo corretto dei fitosanitari, è importante distinguere l’uso casalingo (per il quale sono sufficienti le precauzioni più comuni d’igiene per la riduzione dei rischi) da quello agricolo e industriale, ben più complessi.

In quest’ultimo caso, innanzitutto, occorre sempre effettuare una segnalazione del trattamento dandone comunicazione sul territorio alla popolazione potenzialmente interessata, nonché una valutazione del rischio presente nell’azienda.

In fase di preparazione ed erogazione della miscela è fondamentale indossare i DPI (dispositivi di protezione individuale) previsti dalla normativa, così come seguire tutte le regole riportate dalle etichette e dalle leggi sulla protezione ambientale, chiedendo l’autorizzazione ove necessario.

DPI e attrezzature devono inoltre essere perfettamente funzionanti, certificati e testati. Le medesime indicazioni valgono anche per la gestione delle fasi conclusive di pulizia dei macchinari in cui il prodotto è stato contenuto e smaltimento sostenibile dei rifiuti.

Il trattamento va effettuato con la massima sicurezza, nei periodi e nei tempi adatti (p. es. evitando i periodi di fioritura per non danneggiare le api), rispettando i corretti dosaggi indicati e verificando che l’irrorazione con il prodotto non ecceda i confini stabiliti (a tutela e protezione delle piante e dei corsi d’acqua).