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La pulizia delle acque

Mantenere pulite le acque è una delle principali questioni ambientali per molti cittadini europei. È anche per questo che le nostre leggi in materia di protezione delle acque sono state completamente riscritte per il 21° secolo. La radicale direttiva quadro sulle acque, ormai di prossima attuazione, ha già dato vita a due direttive complementari.

Fu nei primi anni ’70, quando nel Reno si verificò una moria di pesci, che l’inquinamento idrico divenne una priorità dei legislatori comunitari. Nel 1976 venne approvata la direttiva concernente lo scarico di sostanze pericolose, ma a metà degli anni ’90 la Commissione europea si rese conto che i progressi registrati nel campo degli standard relativi alle acque erano stati scarsi. Il braccio esecutivo dell’UE cominciò allora a invocare una sostanziale revisione della politica in materia di acque.
In seguito a lunghe consultazioni, vide quindi la luce un’unica normativa quadro capace di coniugare tutti gli aspetti della politica in materia di acque e di far confluire obiettivi e fini comuni: la direttiva quadro sulle acque (DQA).
Adottata nel 2000, la DQA mira a tutelare le acque superficiali e sotterranee.Il nucleo di tale direttiva è costituito dall’unità idrologica naturale, vale a dire il bacino idrografico. Inoltre, affinché le risorse idriche di ogni bacino raggiungano nella loro totalità un “buono stato” di qualità entro il 2015, è necessario un piano di gestione adattabile a seconda della situazione. Per le parti direttamente coinvolte, la scadenza era però estremamente ravvicinata.
Venne così approvata rapidamente una strategia di attuazione comune concordata tra gli Stati membri dell’UE, la Commissione europea e la Norvegia. I gruppi di lavoro coinvolti hanno dunque elaborato documenti contenenti indicazioni su determinati aspetti specifici (quali le acque costiere), pianificando varie questioni o valutando gli impatti economici poi testati mediante progetti pilota in 15 bacini idrografici di tutta Europa.
Nel 2005, la maggior parte degli Stati membri ha presentato relazioni di caratterizzazione comprendenti una serie di analisi delle pressioni e degli impatti esercitati sulla qualità delle acque. Le relazioni sembrano indicare che le principali sfide da raccogliere sul fronte dell’attuazione della DQA saranno l’inquinamento diffuso di origine agricola e il degrado dei nostri ecosistemi acquatici naturali verificatisi nel corso degli ultimi secoli.

Sulle rive del bacino

A oggi, virtualmente tutti gli Stati membri (all’appello ne manca solo uno) hanno già caratterizzato i propri distretti idrografici e stanno cominciando a lavorare ai piani di gestione. Proposte dalla Commissione, le due direttive complementari sugli standard di qualità delle acque superficiali e sulle acque sotterranee, nonché la relativa direttiva sulle inondazioni, forniranno un prezioso contributo all’attuazione della DQA.
Per quanto riguarda le acque superficiali, la DQA esige l’armonizzazione degli standard di qualità. Nel luglio 2006, la Commissione ha avanzato una proposta di direttiva complementare sulle acque superficiali che fissa i limiti di concentrazione per 41 sostanze pericolose che minacciano l’ambiente acquatico.
La proposta individua inoltre tredici sostanze tossiche e persistenti, le cui emissioni dovranno cessare entro 20 anni.
“La fissazione di standard a livello comunitario assicura la protezione dell’ambiente da queste sostanze in tutta Europa”, sottolinea il funzionario della Commissione Joachim D’Eugenio.

Acque nelle viscere della terra

Riguardo alle falde acquifere, poiché la qualità chimica dipende dalla condizione geologica locale,la definizione di standard europei non appare il miglior modo per affrontare la questione. La DQA stabilisce chiare linee direttrici in materia:non si può consentire alcuna forma di inquinamento delle acque sotterranee o tendenza al rialzo delle concentrazioni di inquinanti.
A giugno la direttiva complementare sulle acque sotterranee è stata sottoposta a una seconda lettura da parte del Parlamento europeo. Sebbene definisca i metodi di valutazione dello stato chimico delle acque sotterranee e individui possibili tendenze al rialzo, la direttiva si limita tuttavia a fornire i valori di soglia relativi a nitrati e biocidi già sanciti nella legislazione.
La filosofia della DQA è improntata a un maggiore coinvolgimento dei cittadini: attualmente vengono consultati costantemente tutti coloro che utilizzano l’acqua, la vendono o hanno a cuore la salute dell’ambiente acquatico. I rapidi progressi compiuti finora dimostrano come i cittadini, le industrie e i governi europei siano davvero in grado di collaborare a favore della tutela dell’ambiente negli anni a venire.