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Come usare un estintore antincendio: guida pratica

È un’ottima idea possedere degli estintori antincendio in casa propria e molte leggi sanciscono la loro obbligatorietà in azienda o sul luogo di lavoro, che si tratti di una cucina o di un cantiere. Purtroppo, malgrado quest’imposizione e i numerosi corsi sulla sicurezza per lavoratori dei settori a rischio, non tutti sanno utilizzare un estintore.

Ecco allora una guida pratica per sapere cosa bisogna fare quando scoppia un incendio, come va spento il fuoco, quale tipologia di estintore utilizzare, e come effettuarne la ricarica.

Cosa fare quando scoppia un incendio

Il modo di utilizzare un estintore antincendio è pensato per essere alla portata di tutti e viene spiegato nei corsi di prevenzione degli incendi. È sufficiente mantenere il sangue freddo di fronte all’emergenza e applicare nell’ordine poche semplici tecniche.

  • Togliere la sicura della valvola, rompendo il sigillo di garanzia; basterà ruotare la spina di sicurezza in plastica e tirarla con forza verso l’esterno.
  • Prepararsi ad azionare l’estintore. Si deve innanzitutto impugnare la lancia, ossia il tubo di scarica. Per poter dirigere agevolmente il getto bisogna afferrare con la mano principale la punta, e con l’altra la parte inferiore della maniglia di erogazione. Quindi, occorre calcolare la distanza adeguata, e tener conto di fattori incidentali come la direzione del vento.
  • Azionare l’estintore premendo con decisione la leva di comando, ossia la parte superiore della maniglia di erogazione.

Il getto va direzionato verso la base del fuoco, altrimenti la pressione rischierebbe di propagare l’incendio anziché estinguerlo. Se possibile, si può far oscillare lentamente il getto a ventaglio, in modo da coprire una superficie più ampia; è inoltre importante mantenere i tubi degli estintori il più possibile diritti e orizzontali.

In generale, è fondamentale trovare la posizione giusta per sfruttare al meglio l’estintore restando in sicurezza. Va individuata una eventuale via di fuga alle proprie spalle, così da poter scappare qualora la situazione si rivelasse ingestibile; è bene seguire l’apposita segnaletica.

Inoltre, per evitare danni, l’estintore va azionato da una distanza di qualche metro dall’incendio (compatibilmente con la dimensione dei locali), per avvicinarsi solo gradualmente man mano che le fiamme si abbassano.

Comunque sia, una delle regole fondamentali è quella di chiamare subito il numero 115 e attendere l’intervento dei vigili del fuoco prima ancora di tentare di spegnere l’incendio.

Come si ricarica l’estintore

Per ricaricare l’estintore bisogna sempre rivolgersi a servizi o ditte apposite per effettuare la ricarica.

La ricarica, comunque, è diversa dalla manutenzione. Quest’ultima, secondo la normativa vigente, va effettuata periodicamente, ogni 6 mesi e sempre da parte di una ditta specializzata incaricata della sorveglianza degli estintori. Per contro, la ricarica si effettua solo se la bombola è scarica, ovvero dopo che il serbatoio è stato svuotato del tutto.

Quando la lancetta dell’indicatore di pressione punta il colore rosso (cioè mostra una depressurizzazione), non è necessario richiedere alla ditta incaricata una ricarica, ma soltanto una revisione e un controllo della pressione stessa.

Tipologie di estintore

La scelta dell’estintore migliore dipende da un unico parametro: che cos’è che rischia di prendere fuoco o causare un incendio nel luogo in cui verrà tenuto l’estintore. Infatti, in base al combustibile in questione si potranno sviluppare diverse classi di incendi, ciascuna contrassegnata dal proprio codice.

  • Classe A: materiali e prodotti solidi (carta, legno, ecc.).
  • Classe B: liquidi o da solidi che si possono liquefare.
  • Classe C: materiali gassosi (p. es. una fuoriuscita di metano).
  • Classe D: metalli infiammabili (alluminio, ecc.).
  • Ex Classe E: ormai si parla di una ex classe E in cui rientravano gli impianti come i quadri elettrici. Oggi questa classe è riconducibile alle classi A e B.
  • Classe F: oli o grassi, animali o vegetali.

Tutti i tipi di estintori hanno le loro caratteristiche di funzionamento e il loro principio estinguente, e vanno utilizzati con una o più classi di incendio; per questo è bene possedere più modelli di estintori portatili, così da prepararsi con efficienza a ogni tipologia di rischi.

  • Estintori ad acqua o a vapore: classi A e C.
  • Estintori a schiuma: classi A e B (avendo cura di far cadere la schiuma dall’alto sulle fiamme).
  • Estintori a polvere: classi A, B e C (con polveri speciali: D).
  • Estintori ad anidride carbonica e azoto: classi A e C (bisogna però mantenere il getto molto vicino al fuoco, procedendo prima dal basso e poi dai lati).
  • Estintori a gas alogenati: classi A, B e C.

Come spegnere il fuoco

Spegnere un incendio con un estintore non è sempre una pratica consigliabile. Tutte le norme (e il buonsenso) prescrivono che, se non si è in grado di agire con fermezza e abilità manuale in una situazione di pericolo, o se non si ricorda uno dei passaggi necessari, è meglio attendere l’arrivo dei mezzi di soccorso.

Qualora s’intenda accingersi a estinguere un incendio di un certo peso, è fondamentale capire quando intervenire e se è possibile farlo. L’espansione di un incendio consta di quattro momenti, e occorre imparare a distinguerli per sapere se si può contenerlo in autonomia e prevenire i maggiori danni o se bisogna lasciare il campo ai vigili del fuoco.

  • L’unica fase in cui è davvero possibile intervenire in sicurezza con un estintore è la fase di ignizione, ossia la formazione dell’incendio, quando le fiamme sono relativamente basse e l’area è limitata.
  • Già la fase di propagazione si dimostra più problematica. A causa del fumo e del calore, avvicinarsi all’incendio senza precauzioni e protezione potrebbe essere impossibile, ed è certamente sconsigliato (specie per il pericolo di soffocamento).
  • Nella fase di incendio generalizzato le fiamme si propagano con rapidità in zone di ampie dimensioni; è assolutamente necessario allontanarsi rapidamente dall’ambiente a rischio.
  • Infine, l’incendio passa alla fase di estinzione e raffreddamento, non appena finisce il materiale combustibile a disposizione.

Quanto all’atto pratico, per spegnere l’incendio bisogna agire su uno dei seguenti tre aspetti del fuoco.

  • Combustibile. Si allontanano le sostanze combustibili non ancora incendiate dai focolai principali, per mezzo di attrezzi appositi o forti getti d’acqua, così lo spegnimento avverrà da sé.
  • Comburente. Si elimina l’ossigeno, l’agente comburente che permette la combustione; un buon sistema è ricorrere a un telo per coprire la fiamma.
  • Innesco. Si fa calare la temperatura sotto il grado necessario alla combustione; la soluzione più semplice è usare dell’acqua.