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Microfoni degli smartphone sempre accesi, il Garante avvia un’indagine sulle app “rubadati”

A seguito della segnalazione di un servizio televisivo e di un considerevole numero di utenti, l’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali ha avviato un’istruttoria, in collaborazione con il Nucleo speciale privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, che prevede l’esame di una serie di applicazioni, tra le più scaricate, che accederebbero costantemente ai microfoni dei nostri smartphone, anche mentre non ne viene fatto utilizzo, al fine di carpire informazioni da utilizzare o rivendere a terze parti per una serie di finalità, innanzitutto di natura commerciale.

La fattispecie ha ribadito la progressiva diffusione della prassi degli utenti di concedere autorizzazioni illimitate alle applicazioni, al momento del loro download, tra cui l’accesso ai microfoni; ciò viene fatto per i più semplici e vari motivi, tra cui la fretta e l’apparente comodità nell’utilizzo dei dispositivi, non prestando l’adeguata attenzione alle conseguenze di queste scelte.

L’indagine del Garante verte infatti innanzitutto sulle adeguate modalità di informazione sul trattamento agli utenti e conseguente raccolta del consenso. Si ricorda infatti che:

  • ai sensi degli articoli 12 e seguenti del GDPR, l’informativa deve essere resa agli utenti in modo chiaro, trasparente e facilmente comprensibile da chiunque;
  • nei casi previsti, come quello in questione, è necessario raccogliere nelle modalità adeguate, ai sensi dell’articolo 7 del GDPR, il libero, specifico, informato e inequivocabile consenso dell’interessato.

A tal proposito, il Garante ribadisce il forte invito per i titolari del trattamento alla “semplificazione delle informative, attraverso simboli ed immagini, affinché gli utenti e i consumatori siano messi in grado in maniera sintetica ed efficace di fare scelte libere e consapevoli”, mentre ricorda agli utenti le semplici, ma importanti ed efficaci accortezze da adottare a protezione dei propri dati e informazioni personali:

  • valutare il numero effettivamente indispensabili di applicazioni da conservare sul proprio dispositivo, più app installate implicano infatti maggiore quantità di dati raccolti, trattati e potenzialmente diffusi, non potendo garantire tutte i medesimi standard di sicurezza;
  • valutare l’effettiva necessità delle autorizzazioni da concedere (fotocamera, microfono, geolocalizzazione, ecc.) per l’utilizzo dell’applicazione;
  • leggere sempre con attenzione l’informativa sul trattamento dei dati personali prima di concedere le autorizzazioni;
  • ricordare che vi è sempre la possibilità di cambiare idea e disattivare successivamente un’autorizzazione concessa al momento del download.