Consulenza e Formazione Sicurezza, Medicina Del Lavoro, Sistemi Di Gestione, Qualità, Privacy, Ambiente e Modelli Organizzativi

Sindrome dell’edificio malato

La continua esposizione alle sostanze chimiche presenti sul luogo di lavoro può portare ad una serie di disturbi che a lungo andare possono degenerare nella “sindrome dell’edificio malato”, nota anche come “sindrome di ipersensibilità chimica” o “malattia ambientale”. Se il lavoratore presente sul luogo di lavoro avverte sintomi come irritazione agli occhi e al naso, cefalee, difficoltà respiratorie, irritazione delle mucose, emicranie, nausee, dolori addominali, irritazione della pelle e inoltre questi sintomi non scompaiono con il passare del tempo ma si attenuano solo allontanandosi dall’edificio, allora è possibile che sia in atto un processo di sensibilizzazione a qualche sostanza chimica. Se poi l’esposizione continua i sintomi possono diventare cronici: il soggetto ha contratto la sindrome dell’edificio malato.

L’ipersensibilità chimica è caratterizzata dai seguenti fattori:
molteplicità dei sintomi;
più organi colpiti;
più sensi colpiti;
sintomi che aumentano e diminuiscono con l’esposizione e che sono scatenati da più sostanze chimiche.

Una volta che si è sensibilizzato ad una sostanza presente sul luogo di lavoro, il soggetto colpito può diventare sensibile anche ad altre sostanze non correlate tra loro sviluppando allergie verso deodoranti spray, insetticidi, detersivi, profumi, vernici, diluenti, …

In alcuni casi la sindrome può essere provocata da una massiccia esposizione, ma il caso più comune è quello del lavoratore che contrae la malattia poiché esposto per lunghi periodi anche se a quantità inferiori ai limiti imposti dalle norme.

E’ opportuno sottolineare che il problema non riguarda solo una limitata categoria di lavoratori ma può interessare diverse figure come addetti alla vendita al dettaglio, operatori degli ospedali, operai, lavoratori del settore edile.

Una volta contratta la malattia l’unica cura possibile è l’allontanamento del soggetto dalle fonti di esposizione, cambiandogli mansione. Si ricorda, infatti, che anche livelli di esposizione minima, precedentemente ben tollerati, possono in seguito provocare seri problemi.

Poiché non esiste una cura in grado di guarire il soggetto in breve tempo, diventa particolarmente utile adottare sul luogo di lavoro forme di prevenzione come una migliore ventilazione, un sistema di purificazione dell’aria, l’installazione di aspiratori in prossimità delle fonti di agenti contaminanti, l’applicazione di rivestimenti alle pareti privi di formaldeide.