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Lavori usuranti: quali sono e quali requisiti devono rispettare

I lavori usuranti sono quelli che, più di altri, risultano particolarmente pesanti e logoranti per chi svolge tali attività nell’ambito lavorativo.

La legge è intervenuta più volte a questo proposito, per tutelare i lavoratori che compiono le mansioni più usuranti, per esempio in materia di sistema pensionistico.

Affinché si possa parlare in maniera corretta di lavori usuranti, però, è necessario che presentino determinati requisiti, alcuni dei quali devono essere già presenti in fase di redazione del contratto di lavoro.

Se ti stai chiedendo “Come faccio a sapere se il mio lavoro è usurante?”, innanzitutto consigliamo di leggere il nostro approfondimento a riguardo, inoltre è opportuno informarsi bene sul sito dell’INPS o chiedere supporto a un ente di patronato riconosciuto dalla legge.

Quali sono i lavori usuranti riconosciuti dall’INPS?

La lista dei lavori cosiddetti usuranti è definita attraverso il Decreto Legislativo 67/2011. In particolare, secondo la normativa il significato di lavoro usurante è riconducibile alle mansioni pratiche che sono spesso fonte di stress e di infortuni per via dell’impegno fisico che richiedono.

Tra i benefici legati a questo tipo di lavori emerge quello relativo alla pensione di anzianità, infatti in qualità di pensione per i lavori usuranti comporta particolari vantaggi nel trattamento economico, comprese delle agevolazioni nel conteggio dell’anzianità.

Secondo l’articolo 2 del decreto del ministero del lavoro del 19 Maggio 1999, i lavori usuranti sono quelli svolti da chi è stato impiegato in gallerie, cave, miniere o comunque in spazi ristretti; i palombari; i lavori in cassoni ad aria compressa; ad alte temperature; chi ha lavorato a stretto contatto con l’amianto; chi ha lavorato il vetro cavo.

Ecco l’elenco completo dei lavori usuranti:

  • lavori in galleria, cava o miniera, incluse le mansioni eseguite dagli addetti al fronte di avanzamento prevalentemente e continuativamente in ambienti sotterranei. Si tratta dunque soprattutto di cave e miniere, ma anche di ambienti diversi, benché dotati di caratteristiche fisiche analoghe e della medesima difficoltà di movimento e di accesso;
  • lavori ad alte temperature;
  • lavori in cassoni ad aria compressa;
  • lavori svolti dai palombari;
  • lavorazione del vetro cavo;
  • lavori di rimozione dell’amianto;
  • lavori eseguiti prevalentemente e continuativamente in spazi ristretti, ovvero le attività di costruzione, riparazione e manutenzione navale svolte presso strutture come intercapedini, doppi fondi, pozzetti, blocchi e affini;
  • lavori a catena o in serie, inclusi i casi in cui si deve seguire un certo ritmo produttivo, oppure le attività la cui prestazione è valutata in funzione delle misurazioni dei tempi di lavorazione;
  • conducenti di veicoli destinati a servizio pubblico di trasporto collettivo, con una capienza superiore a nove posti.

Si tratta dunque di lavori che vengono realizzati in particolari situazioni, anche rischiose, che richiedono un impegno psico-fisico maggiore in termini di quantità di tempo e intensità.

Il loro svolgimento, infatti, prevede attività in cava o miniera, dunque l’utilizzo ad esempio di materiali in pietra. Per questa tipologia di lavori è senz’altro di primaria importanza la prevenzione, al fine di ridurre al minimo i rischi e pericoli sul luogo di lavoro.

Altri lavori usuranti riconosciuti dalla legge

Oltre ai lavori indicati nel precedente elenco, sono considerati particolarmente usuranti anche altre tipologie di lavori gravosi.

Facciamo riferimento, in questa categoria residuale, ai lavoratori impiegati in catena di montaggio e a chi guida veicoli pesanti (con una capienza minima di almeno nove posti, incluso il conducente). Alla luce di questa definizione, non sembrerebbe compreso chi guida per lavoro mezzi come il camion.

Le professioni usuranti e i lavoratori notturni

Sono considerati usuranti non solo i lavori gravosi indicati dal decreto appena menzionato, ma anche chi svolge per un numero minimo di giornate durante l’anno l’attività lavorativa nei turni di notte.

In particolare, tra i lavoratori che hanno diritto alla pensione di anzianità per aver svolto turni notturni, nelle rispettive imprese o in modo autonomo, sono compresi:

  • i dipendenti che hanno svolto almeno 78 giorni l’anno di lavoro di notte possono uscire dal lavoro con la quota 97,6;
  • i dipendenti che hanno svolto un numero compreso tra 72 e 78 giorni l’anno di turni notturni possono usufruire della quota 98,6 ai fini pensionistici;
  • i dipendenti che hanno svolto un numero compreso tra 64 e 72 giorni l’anno di turni notturni ricevono l’aumento di due anni per i requisiti necessari per la pensione di anzianità, con la possibilità di beneficiare di quota 99,6.

Il riconoscimento del lavoro notturno come usurante ai fini pensionistici, però, richiede che l’attività sia svolta per almeno la metà della vita lavorativa. In alternativa, il lavoro notturno deve essere stato praticato per almeno 7 anni negli ultimi 10 prima della pensione.

Per usufruire della pensione con 41 anni di contributi, invece, è necessario aver svolto lavoro notturno per almeno 64 notti all’anno. Qualora un anno non si raggiunga il numero minimo di giornate, viene eliminato dal calcolo delle annualità valide per le agevolazioni pensionistiche.

Qual è il lavoro usurante non riconosciuto?

In alcune circostanze il lavoro usurante non viene riconosciuto, ad esempio quando mancano determinati requisiti necessari l’acquisizione di questa condizione lavorativa. Si tratta del lavoro usurante non riconosciuto dal contratto, il quale non sarà considerato come tale dall’INPS ai fini dei calcoli pensionistici.

Tuttavia, i lavoratori che hanno svolto mansioni usuranti differenti da quelle previste dal contratto di lavoro, possono comunque rivolgersi all’INPS per il riconoscimento di tale condizione. In questi casi è necessario fornire tutta la documentazione in proprio possesso, per dimostrare di aver svolto un lavoro usurante diverso da quello per il quale si era stati assunti.

Quanti anni ci vogliono per andare in pensione con il lavoro usurante?

Chi ha fatto dei lavori usuranti, nel 2024 può andare in pensione anticipata con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, e con 42 anni e 10 mesi di contributi gli uomini (indipendentemente dall’età anagrafica). Oppure si può andare in pensione di vecchiaia a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi.

Tipo di PensioneCondizione
Pensione Anticipata41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, e 42 anni e 10 mesi per gli uomini (indipendentemente dall’età anagrafica)
Pensione di Vecchiaia67 anni di età con almeno 20 anni di contributi

Chi ha svolto lavori gravosi e usuranti, appartenenti alle categorie sopra citate, per un determinato periodo di tempo e secondo le condizioni stabilite dalla normativa vigente, ha diritto per legge ad alcune agevolazioni pensionistiche.

Chiaramente non è sufficiente aver lavorato nelle condizioni tipiche delle mansioni usuranti per andare in pensione anticipatamente, poiché in questa valutazione rientrano anche gli anni di contributi e l’età pensionabile.

Hanno la possibilità di accedere alla pensione anticipata quei lavoratori che sono impegnati in mansioni particolarmente faticose o svolgono un tipo di lavoro notturno. Si tratta di lavoratori dipendenti, sia del settore privato che pubblico, che secondo la legge devono possedere determinati requisiti per godere di tale beneficio.

Il lavoratore deve mostrare il possesso congiunto di questi tre requisiti:

  • un’età non inferiore a 61 anni e 7 mesi;
  • un’anzianità contributiva di almeno 35 anni;
  • il raggiungimento del quorum della quota 97,6.

A questi due requisiti ne vanno aggiunti altri. Nel caso si tratti di pensioni con decorrenza entro il 31 dicembre 2017, almeno sette anni degli ultimi dieci devono essere stati di attività lavorative usuranti. Per le pensioni con decorrenza dal primo gennaio 2018 in poi, invece, il beneficio è riconosciuto a chi abbia svolto lavori usuranti almeno la metà della vita lavorativa.

Lo stesso vale per i cosiddetti lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni di età per un periodo di almeno 12 mesi, anche non continuativo. Anche in questo caso, le leggi prevedono determinati benefici relativamente al conteggio dell’anzianità e alle maggiorazioni per lavori usuranti, tra cui la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi.

Quali sono i nuovi lavori usuranti nel 2024?

Periodicamente la lista dei lavori usuranti viene aggiornata, per adeguarla al nuovo contesto sociale ed economico. Nel dettaglio, tra i nuovi lavori usuranti figurano le seguenti categoria di lavoratori:

  • operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia, e della manutenzione degli edifici;
  • conduttori di gru e macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
  • conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
  • conciatori di pelli e pellicce;
  • conduttori di mezzi pesanti e camion;
  • addetti all’assistenza personale di persone non autosufficienti;
  • professori di scuola pre-primaria;
  • facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
  • professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavori strutturati in turni;
  • operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.

A questo elenco si aggiungono nuove categorie di lavori usuranti, così come indicato dal decreto del 5 febbraio 2018. Il pensionamento anticipato è ora previsto per diverse migliaia di lavoratori, i quali potranno usufruire di una serie di benefici come la pensione in anticipo.

Ecco di chi si tratta:

  • infermieri e ostetriche;
  • maestre/i di asili nido e scuole dell’infanzia;
  • macchinisti ferroviari;
  • muratori;
  • camionisti;
  • conduttori di gru, autogru su autocarro, cestelli con piattaforma aerea, carrelli industriali, altri macchinari per la perforazione di costruzioni o, in generale, per movimentazioni delicate di materiali pesanti o per la costruzione di edifici e simili;
  • facchini;
  • addetti alle pulizie;
  • badanti;
  • addetti alla raccolta di rifiuti;
  • conciatori di pelli;
  • operai agricoli, lavoratori che svolgono particolari attività nel settore dell’agricoltura e dell’allevamento (dal lavoro manuale all’utilizzo di macchine complesse in condizioni usuranti),e braccianti agricoli;
  • marittimi;
  • addetti alla pesca;
  • addetti a lavori siderurgici e lavoratori del vetro, sottoposti a condizioni lavorative di particolare delicatezza, complessità e difficoltà.

Sono state migliorate anche le condizioni per chi fa assistenza a disabili. Infatti, le persone che assistono un parente o un affine di secondo grado convivente, nel caso in cui i genitori o il coniuge della persona affetta da disabilità abbiano compiuto 70 anni d’età (oppure se affetti da patologie invalidanti o deceduti o mancanti) possono beneficiare dell’Ape sociale o, in alternativa, richiedere la pensione anticipata.

Sotto questo aspetto, questi lavoratori possono essere assimilati a quelli che svolgono professioni faticose o mansioni particolarmente usuranti, in quanto possono godere di anticipi pensionistici e di un trattamento economico più favorevole per la pensione.

I nuovi lavori usuranti e gravosi per l’APE sociale

Alcuni aggiornamenti legislativi e atti del Governo hanno ampliato la categoria di professioni usuranti, come previsto dalla Legge di Bilancio 2023. In particolare, per il prossimo anno è stata confermata l’APE sociale per i lavori usuranti, un’agevolazione che consente di usufruire di un’indennità ai lavoratori in stato di difficoltà con almeno 63 anni d’età.

L’APE sociale, introdotta con la Legge di Bilancio 2017 (Legge 232/2016), prevede la possibilità di pensionamento anticipato a 63 anni, con un importo ponte fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione convenzionale. Questa agevolazione sperimentale sarà disponibile nel 2023 anche per i lavoratori che hanno svolto mansioni usuranti, purché per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni e con almeno 30 anni di contributi versati.

Tra le nuove categorie di lavoratori che possono beneficiare di questa agevolazione ci sono:

  • tecnici della salute;
  • professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate;
  • addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
  • operatori della cura estetica;
  • professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
  • artigiani, agricoltori e operai specializzati;
  • professioni qualificate nei servizi personali e assimilati;
  • operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
  • conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
  • operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica;
  • conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
  • conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
  • conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
  • operai semi-qualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
  • conduttori di mulini e impastatrici;
  • conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
  • personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
  • operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;
  • conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
  • personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
  • professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
  • portantini e professioni assimilate.