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Vi
sono molte prospettive da cui osservare la RSI.
Nel progetto abbiamo adottato la definizione fornita nella relazione
preliminare della Commissione Europea “Promuovere
una struttura europea per la Responsabilità Sociale d’Impresa”. Qui la RSI è definita “come un concetto secondo cui le aziende integrano
volontariamente preoccupazioni sociali e ambientali nelle loro operazioni
commerciali e nei rapporti con gli stakeholders” (Commissione
Europea, 2001).
E’
fondamentale sottolineare il carattere
volontario della RSI. Essere socialmente responsabile non
significa solo rispondere ad aspettative legali. Significa anche andare
oltre la conformità alle norme, ed investire “maggiormente” in
capitale umano, ambiente e rapporti con gli stakeholders.
E’ altrettanto importante rafforzare
il contesto europeo e internazionale in cui questo concetto è
nato. L’obiettivo strategico europeo stabilito a Lisbona – “divenire
l’economia consapevole più competitiva e dinamica del mondo, capace di
crescita economica sostenibile con più lavoro, e migliore, e una maggiore
coesione sociale” (Consiglio Europeo di Lisbona, Marzo 2000) –
integrare, negli obiettivi e nelle priorità europee, i tre pilastri dello
sviluppo sostenibile: crescita
economica, coesione sociale e tutela ambientale.
Questo è in linea con il messaggio di fondo della Strategia di Sviluppo
Sostenibile per l’Europa, concordata nel Consiglio Europeo di Göteborg
del giugno 2001, secondo cui, nel lungo termine, crescita economica,
coesione sociale e tutela ambientale vanno di pari passo.
Inoltre, il concetto di RSI è fortemente legato all’approccio della “Linea
Inferiore Triplice”, che si basa sull’idea che un’azienda,
per essere sostenibile, debba essere finanziariamente sicura, minimizzare
il proprio impatto ambientale negativo e agire conformemente alle
aspettative societarie. La RSI può anche essere considerata il contributo
aziendale allo sviluppo sostenibile, e ciò ha fatto acquisire importanza
al dibattito mondiale sul ruolo
del dell’imprenditoria nel raggiungimento di uno sviluppo sostenibile.
La RSI riconosce il ruolo aziendale nel raggiungimento di uno sviluppo
sostenibile e che le aziende possano gestire le proprie operazioni in modo
tale da aumentare la crescita economica e la competitività, assicurando
allo stesso tempo la tutela ambientale e promuovendo la responsabilità
sociale.
Ciò significa che, oggigiorno, il ruolo aziendale nella società non
consiste più solo in un successo economico a breve termine, bensì
prevede un successo economico e una sostenibilità nel lungo termine, con
l’integrazione degli interessi ambientali e sociali nel business plan
e nelle operazioni giornaliere dell’azienda.
Sebbene
la responsabilità
primaria di un’azienda sia generare profitti, le aziende possono allo
stesso tempo contribuire agli obiettivi sociali e ambientali,
integrando la RSI come investimento strategico nella propria strategia di
core business, negli strumenti di gestione e nelle operazioni.
Domande:
1.
Perché è così importante
essere socialmente responsabili?
2. Quali sono le
principali ragioni
e motivazioni per
cui le aziende, in particolar modo le PMI, dovrebbero essere attive nell’ambito
della RSI?
3. Quali sono, dal
punto di vista delle PMI, gli
effettivi vantaggi commerciali della RSI?
4. E
quali sono i principali
ostacoli ad un impegno socialmente responsabile?
Si
tratta di quesiti fondamentali, a cui diversi studi, indagini e
pubblicazioni hanno cercato di rispondere, e che devono essere
sottolineati e discussi in questo modulo.
A
questo punto vorremmo concentrarci su due studi fondamentali:
Uno
incentrato sul punto di vista del consumatore – Sondaggio “Il primo
sondaggio europeo sull’atteggiamento dei consumatori riguardo alla
Responsabilità Sociale d’Impresa” (condotto da MORI per conto di
CSR Europe, Novembre 2000) e disponibile sul sito internet di CSR Europe
Un
altro incentrato sul punto di vista delle PMI riguardo alla
responsabilità verso gli stakeholders ‘esterni’ (comunità più
vasta e ambiente naturale, non riguardo gli stakeholders ‘interni’)
– Report “PMI Europee e Responsabilità Sociale e Ambientale”
(Osservatorio delle PMI Europee, Commissione Europea, 2002) e
disponibile su
Questa
relazione fornisce un quadro esauriente dell’impegno, degli
atteggiamenti, dei costi/vantaggi e degli ostacoli per le PMI,
relativamente alla responsabilità verso gli stakeholders ‘esterni’ in
generale. Questo grazie alla moltitudine di dati qualitativi
e quantitativi che possono essere di supporto durante la
presentazione e la discussione delle domande precedenti. A questo
proposito si rimanda al Capitolo 3, per le domande riguardanti “la
responsabilità sociale delle PMI verso la comunità esterna”, e al
Capitolo 4 per le domande sulla “Responsabilità ambientale delle PMI”.
Per una rapida visione d’insieme dei principali risultati di studi
vedere anche il “Riassunto”.
Di fatto le ragioni e motivazioni per essere socialmente responsabili sono
molto semplici: si tratta della crescente domanda da parte dell’ambiente
in cui le aziende operano.
Quando la responsabilità sociale d’impresa è un processo per cui le
aziende gestiscono i rapporti con diversi stakeholders che
possono davvero influenzarne la licenza di operare, il business case
della RSI diventa ovvio. In questo caso dovrebbe essere
considerato un investimento, non un costo, come la gestione della
qualità. Le aziende possono in tal
modo adottare un approccio inclusivo finanziario, commerciale e
sociale, che condurrà ad una strategia a lungo termine, minimizzando i
rischi legati all’incertezza.
Esiste un mondo
di opportunità nello spazio fra successo commerciale,
responsabilità sociale e interesse per l’ambiente, di cui le PMI
possono approfittare. Gli studi di casi sviluppati per il programma
formativo sono esempi di come esistano buone ragioni
e motivazioni e vantaggi commerciali per agire secondo la RSI.
Ovviamente vi sono anche difficoltà e ostacoli da considerare, e anche in
questo caso gli studi di casi possono servire come buoni esempi.
Integrando la responsabilità sociale d’impresa nelle loro strategie, le
aziende possono
mandare un segnale ai vari stakeholders con cui interagiscono:
dipendenti, azionisti, investitori, consumatori, autorità pubbliche e
organizzazioni non governative (ONG). Così facendo le aziende investono
nel proprio futuro, aspettandosi che il proprio impegno volontario aiuti
ad aumentare
la redditività.
Non dobbiamo dimenticare che, secondo le conclusioni del sondaggio MORI
precedentemente menzionato, i clienti ammettono che l’impegno
di un’azienda nella responsabilità sociale potrebbe influenzare la loro
scelta di acquisto e sono disposti a pagare maggiormente per un
prodotto responsabile dal punto di vista dell’ambiente e della società”.
A questo punto della discussione è fondamentale assicurarsi che i
partecipanti capiscano quanto sia importante fare la mappa
dei propri stakeholders, per poter individuare modi efficaci di
lavorare insieme per un vantaggio comune. L’impegno
degli stakeholders é sempre stato cruciale per la prestazione
di un’azienda.
Forme tradizionali di impegno, come reclutamento membri, voto del
cittadino, dialogo e trattative con i dipendenti, sono state
istituzionalizzate da tempo attraverso politiche, norme e leggi. E’
grazie a questi approcci che le aziende hanno fatto si che gli
stakeholders si impegnassero a contribuire al loro successo.
Le sfide aziendali di oggi e la necessità di raggiungere uno sviluppo
sostenibile conferiscono maggiore importanza all’impegno di stakeholders
nuovi e precedentemente ignorati, in nuove questioni e con metodi nuovi.
Questo vale per le imprese commerciali che fanno il loro ingresso in nuovi
mercati o che affrontano le aspettative mutevoli della società. Questo
vale anche per organismi pubblici, organizzazioni sociali, civili e
lavorative che intendono crearsi nuovi elettori e sviluppano nuovi
approcci ai servizi e ai gruppi di pressione.
Inoltre, gli imperativi per uno sviluppo sostenibile aumentano la
necessità di impegnarsi con gli stakeholders per realizzare obiettivi
aziendali specifici e di affrontare sfide sociali, ambientali ed
economiche più ampie.
Altri punti importanti da sottolineare nel corso del modulo “Introduzione
alla RSI” riguardano lo “Stato
dell’arte della RSI” e le “tendenze
di RSI previste”.
Con ciò si intende fornire ai partecipanti un quadro generale
dello “stato dell’arte” in questo campo (a livello nazionale ed
europeo) e le tendenze che si prospettano.
Quindi, oltre alle fonti di informazione precedentemente menzionate,
vogliamo sottolineare il report “Responsabilità Sociale d’Impresa:
Stato dell’Arte, 2004”, sviluppato nell’ambito del Progetto Pilota
Leonardo da Vinci “CSR/SME - Promoting Social Responsibility in Small
and Medium Size Enterprises” e disponibile nei sei paesi coinvolti, che
raccoglie informazioni importanti a livello nazionale riguardanti lo “stato
dell’arte” nel campo della RSI, ragioni e motivazioni, vantaggi
commerciali e ostacoli all’impegno aziendale in attività socialmente
responsabili, e le tendenze previste in materia di RSI.
Per questo punto in particolare si consiglia anche il report “Responsabilità
Sociale d’Impresa: Report sullo Stato dell’Arte – Highlights Report,
2004”, che deriva dai precedenti report. Esso evidenzia
gli aspetti più importanti emersi durante la ricerca e dedica un
capitolo speciale alle tendenze che si prospettano nel campo della RSI e
ai dati più importanti inerenti alle opportunità e agli ostacoli per lo
sviluppo di attività socialmente responsabili nei paesi rappresentati
nella partnership.
Mentre le questioni riguardanti la responsabilità sociale d’impresa
sono sempre più parte integrante delle strategie aziendali e delle
prestazioni operative di routine, si
richiede a dirigenti e dipendenti di prendere decisioni aziendali
basandosi su criteri nuovi rispetto a quelli che erano abituati a
considerare. I modelli tradizionali di comportamento aziendale,
gestione strategica e etica imprenditoriale, non danno sempre una
preparazione sufficiente per una gestione aziendale in questo contesto.
Ecco perché é fondamentale integrare
la RSI nella formazione di dirigenti e dipendenti, sviluppando
in anticipo le abilità che verranno richieste ai dirigenti e ai
dipendenti del futuro. Questo programma formativo è un contributo alla
soddisfazione di tali esigenze future.
Per la struttura
concettuale
della Relazione Preliminare “Promuovere
una Struttura Europea per la Responsabilità Sociale d’Impresa”, abbiamo
adottato e adattato quella sviluppata dal gruppo di esperti creato dalla
Direzione Generale per le Imprese della Commissione Europea, nel corso del
programma pluriennale per imprese e imprenditorialità (“Imprenditorialità Responsabile – Una raccolta di casi di buone
pratiche fra piccole e medie imprese europee”, Commissione Europea,
2003). La struttura concettuale presuppone l’esistenza di 4 parti
costituenti della RSI (Mercato,
Luogo di Lavoro,
Comunità e Ambiente)
corrispondenti ai pilastri economico, sociale e ambientale che stanno alla
base del concetto di sviluppo sostenibile. Il pilastro sociale si divide
in 2 dimensioni: interna (luogo di lavoro) ed esterna (comunità).
Oltre a queste 4 categorie di RSI, la partnership del progetto ha
individuato una quinta categoria – Etica
Imprenditoriale – presupponendo che dietro ogni azione
intrapresa dalle aziende, nelle 4 aree precedenti, ci debba essere un
comportamento etico da parte di aziende, dirigenti, proprietari e
dipendenti.
L’etica
imprenditoriale è considerata all’interno del progetto il “collante”
tra tutti i pezzi. Essa li rende coerenti, congruenti, sostenibili,
responsabili ed efficaci dal punto di vista commerciale.
Quindi,
in questo modulo verranno presentate, con un approccio conciso,
sistematico ed olistico, le 5 categorie di RSI e le loro interazioni:
1.
Etica imprenditoriale
2. Luogo
di lavoro
3. Ambiente
4. Mercato
5. Comunità
Per
presentare le 5 categorie e le loro posizioni all’interno della
questione della RSI, verrà utilizzata una “Mappa della conoscenza sulla
RSI”.
Etica
imprenditoriale |
Come
detto in precedenza, in un approccio socialmente responsabile l’Etica
Imprenditoriale deve essere dietro ad ogni azione intrapresa da
dirigenti, proprietari e dipendenti di una azienda. Per questo
motivo la troviamo al primo posto nella struttura del modulo. Senza
la comprensione e l’integrazione di questa nozione fondamentale
all’interno dell’azienda, le azioni intraprese nelle altre 4
categorie non potranno essere sostenibili ed efficaci.
Tecnicamente
l’Etica
Imprenditoriale é la branca dell’etica che studia le regole
e i principi etici all’interno di un contesto commerciale,
trattando i vari problemi che possono sorgere in un ambiente
imprenditoriale
e gli obblighi e doveri particolari che spettano alle persone
impegnate nel commercio. Chi é interessato all’etica
Imprenditoriale domanda: “La mia condotta è eticamente corretta?”.
In relazione alla RSI, questa domanda dovrebbe prendere in
considerazione (dialogo Responsabile) tutti gli stakeholders
condizionati dalle decisioni e dalle azioni di un’azienda.
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Luogo
di lavoro |
Politiche
del luogo
di lavoro coerenti giocano solitamente un ruolo
significativo nel successo di un’azienda, poiché sono i
dipendenti di un’azienda a fornire produttività, assistenza ai
clienti e idee innovative. Senza dipendenti un’azienda rimane
solo un’idea.
Per
ottenere livelli elevati di prestazione, la direzione deve tenere
conto di molti dettagli inerenti ai propri dipendenti. La
questione è piuttosto complessa, poiché gli argomenti connessi
coprono una vasta gamma di ambiti, dalla gestione
risorse umane alla salute
e sicurezza sul lavoro all’ adeguamento
ai cambiamenti.
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Ambiente |
Il
concetto di sviluppo sostenibile, al quale si dedica totalmente l’Unione
Europea (Strategia Europea per uno Sviluppo Sostenibile,
Consiglio Europeo di Göteborg, Giugno 2001), sottolinea l’idea
di equilibrare crescita economica e inclusione sociale con la
preservazione di un ambiente sano per le generazioni future. I
decenni scorsi hanno visto un mercato sempre più consapevole e un
crescente interesse pubblico per le sorti dell’Ambiente.
Oggigiorno
la tutela
ambientale non è solo una moda. Ambiente significa
molto più che produrre in maniera ecologica o ottenere una
etichetta “verde”. Implica infatti anche un determinato modo
di pensare e agire nel corso di tutto il ciclo vitale dei processi
aziendali (dal momento in cui si acquistano le materie prime al
momento in cui prodotti e servizi vengono venduti, consumati e
reimmessi in natura).
Le
principali domande sono: a cosa pensiamo quando parliamo di “Ambiente”?
Quale potrebbe essere il maggiore impatto ambientale della nostra
attività aziendale? Cosa dobbiamo considerare se vogliamo gestire
l’impatto ambientale della nostra azienda?
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Mercato |
Il
Mercato è una delle aree più importanti della responsabilità
sociale d’impresa (sebbene non fra le più conosciute e meglio
capite) poiché è l’area che più si avvicina al core business
dell’azienda.
Il modo in cui le aziende operano nel mercato è un indicatore
cruciale di come esse abbiano integrato interessi sociali, etici e
ambientali nelle operazioni aziendali e nel processo decisionale.
La
valutazione dei principali aspetti sociali e ambientali delle diverse
fasi del ciclo vitale del prodotto/servizio (ricerca di
mercato, progettazione, sviluppo, produzione, distribuzione,
consumo ed eliminazione), instaurando rapporti a lungo termine con
clienti, fornitori e soci in affari, svolgendo attività
commerciali e di marketing responsabili (pubblicità,
politica dei prezzi, vendita, etc) e individuando le opportunità
commerciali per i prodotti/servizi responsabili verso società e
ambiente, specialmente per mercati non serviti (esempio: gruppi di
consumatori con esigenze particolari) rispecchia l’impegno dell’azienda
in materia di RSI.
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Comunità |
Oggigiorno
nessuna azienda può permettersi di ignorare le questioni che
riguardano la comunità locale all’interno della quale si opera,
specialmente le PMI, gran parte delle quali dipendono fortemente dai
mercati locali.
La comunità
locale in cui opera una PMI può
includere tutti i gruppi
di stakeholders legittimamente interessati sia ai risultati
finanziari che all’impatto sociale e ambientale dell’impresa. Nei
casi in cui le PMI operano a livello locale, il personale, gli
azionisti, i clienti, i fornitori e le autorità, ma anche i
possibili gruppi di pressione, possono essere situati nelle
immediate vicinanze dell’azienda. Le PMI sono direttamente
condizionate dallo stato attuale e dagli sviluppi dell’ambiente in
cui si trovano, ad esempio in termini di infrastrutture locali,
potere di spesa dei consumatori, appetibilità dello spazio vitale
per i dipendenti e le loro famiglie, etc.
Essere una azienda Responsabile sta diventando sempre più una
questione di sopravvivenza, assieme ai vantaggi e alle opportunità
commerciali che derivano dalle partnership strategiche fra la
comunità e il settore aziendale.
Oltre che dal riconoscimento pubblico e dal rispetto per le
attività socialmente responsabili, le PMI e la comunità possono
trarre vantaggio anche dalle strategie
di volontariato aziendale e da strategie attive in
materia di RSI, legate direttamente all’area in cui l’azienda ha
sede. Queste attività, portate avanti sia in gruppo che
individualmente, permettono ai dipendenti di ampliare le proprie
competenze a nuovi ambiti.
Per
i partecipanti che volessero approfondire la questione abbiamo
sviluppato un modulo formativo per ogni categoria di RSI, in cui
presenteremo la categoria/area in modo più specifico.
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