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Hackerato lo studio di Zaha Hadid

Gli hacker hanno preso di mira il mondo dell’architettura, ed in particolare hanno scelto di colpire Zaha Hadid Architects (ZHA), lo studio londinese della famosa “Archistar” scomparsa pochi anni fa. Ma di quale attacco stiamo parlando?  Di un attacco di ransomware, ovvero virus informatici che rendono inaccessibili i dati dei computer infettati e chiedono il pagamento di un riscatto per ripristinarli.

L’intrusione è avvenuta la scorsa settimana e la polizia è stata avvisata martedì 21 aprile evidenziando una profonda violazione informatica, che dovrebbe includere registri stipendi, documenti bancari, i contratti dei dipendenti, il certificato SSL per il sito Web e le credenziali dell’account utente per il server Active Directory dell’azienda.

Il grupppo di Hacker che si fa chiamare “Light” ha minacciato di pubblicare il contenuto dei file sottratti in caso di mancato pagamento del riscatto e fornendo prove della detenzione dei file dello studio.

Le conseguenze potrebbero avere molteplici risvolti, sia dal punto di vista della protezione dei dati personali coinvolti che dal punto di vista delle informazioni, ovvero disegni, progetti, commesse, veri e propri “Asset” da proteggere in quanto fortemente appetibili e che costituiscono il “Know-how” aziendale.

Questi attacchi possono colpire tutti ed evidenziano la necessità di investire in cybersecurity e in modelli organizzativi solidi ed efficaci, soprattutto in un momento storico come quello attuale  che accellera il processo di digitalizzazione.