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Discorso del Presidente del Collegio dell’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali Antonello Soro del 7 maggio 2019

Con il discorso del presidente del 07 maggio 2019, e contestuale presentazione della relazione annuale 2018, si conclude il mandato di Antonello Soro quale presidente del Collegio dell’Autorità Garante per la Protezione dei Dati personali.

Il Presidente ripercorre le numerose sfide affrontate nel corso del mandato, ricordando come la tutela dei dati personali sia uno dei pilastri della democrazia e della dignità umana. Le nuove tecnologie, infatti, se da un lato hanno consentito straordinarie e irrinunciabili conquiste per l’umanità, hanno dall’altro progressivamente trasferito nello spazio digitale una parte significativa delle attività private e pubbliche.

Il digitale è divenuto agente potentissimo di trasformazione sociale, perciò il primo obiettivo dell’Autorità di controllo deve essere il controllo sull’innovazione in funzione della tutela della persona e delle libertà. Viviamo in un’epoca nella quale la merce è sostituita dal dato, che acquista così duplice veste di risorsa economica e di oggetto di un diritto fondamentale.

Soro sottolinea i pericoli derivanti dall’uso di una tecnologia “predittiva”, come accade in molti paesi, dove vengono affidati agli algoritmi persino quelle decisioni determinanti sull’uomo, come la colpevolezza, la libertà e la punibilità.

Viene fatta, inoltre, inevitabile menzione degli sviluppi relativi all’assetto politico-economico globale, sottolineando come l’antagonismo commerciale tra USA e Cina sottenda una competizione per l’egemonia tecnologica: nuova arma per l’effettivo controllo planetario. Riconosce tuttavia il percorso di rafforzamento della privacy attuato negli U.S.A., anche a seguito delle rivelazioni su Cambridge Analytica, mentre rimarca le problematiche relative ai rapporti commerciali e alla circolazione dispositivi tra la Cina e l’Europa, che aiutano a comprendere come non si possa più prescindere dall’adozione di garanzie adeguate.

Vengono giustamente riportati all’attenzione i rischi derivanti da previsioni tramite algoritmi di processi biologici, come, ad esempio, quelli progettati per valutare tanto l’idoneità allo sviluppo dell’embrione da impiantare in utero, quanto la prognosi di sopravvivenza dei pazienti ricoverati: “La vita e la morte – i temi ultimi su cui ancora residuava mistero – divengono, così, oggetto anch’esse di valutazioni predittive affidate ad algoritmi che, se non esenti da pregiudizi (di genere, etnia, ceto) rischiano di replicare, in progressione geometrica, le discriminazioni da cui avevano promesso di liberarci

Sempre sulla scia di Facebook-Cambridge Analytica, viene evidenziato come la profilazione, legata al nudging. Consentano di destrutturare ogni presidio democratico volti a garantire la libera formazione del consenso elettorale e la fisiologica competizione tra partiti. Siamo ormai “oggetto di “servitù volontarie” cui rischiamo di consegnare noi stessi, in cambio di utilità e servizi che paghiamo al prezzo di porzioni piccole o grandi della nostra libertà”.

Merita di essere menzionato l’ammonimento al Legislatore italiano, il quale, relativamente alla data retention, non sembra aver colto sino in fondo il significato dei principi alla base della protezione dei dati personali (il riferimento concerne una norma che “consente la conservazione generalizzate indifferenziata, per sei anni, dei dati di traffico telefonico e telematico costituisce una miope sfida al principio di proporzionalità ed espone il nostro Paese al rischio di censura in sede di controllo giurisdizionale di legittimità”).

Tra le ulteriori numerose battaglie del Garante, Soro ne ricorda molte, tra le quali troviamo: l’adozione di modifiche legislative volte a evitare il fenomeno del giornalismo di trascrizione (relativo alla produzione in giudizio di conversazioni irrilevanti ai fini investigativi, ma spesso gravemente lesive della riservatezza delle parti e dei terzi, coinvolti nelle indagini); il ricorso ai trojan a fini intercettativi, con le gravi potenziali invasioni illecite nella vita degli individui; la legge sul Cyberbullismo, nonché, in relazione alla protezione dei minori, il parere espresso, secondo il quale “il carattere “chiuso” del profilo di un social network non possa legittimare l’inapplicabilità delle norme di protezione dati, in ragione dell’agevole elusione dei sistemi di “chiusura” degli account e dell’intrinseca diffusività della pubblicazione in rete”.

Nella parte finale, il Presidente mette in guardia dalle numerose minacce attuali e future, che costituiranno una grande sfida per la presidenza successiva. Basti pensare alla digitalizzazione nel settore pubblico (“dove gli attacchi informatici sono cresciuti nell’ultimo anno del 41%, in ambito sanitario l’incremento ha toccato l’acme del 99% rispetto all’anno precedente, con effetti tanto più gravi che in altri settori perché l’alterazione dei dati sanitari può determinare”), alle innovazioni dell’internet degli oggetti, con la commercializzazione degli smart speaker, oppure alle implementazioni del rating reputazionale.

Soro conclude: “La centralità della persona è stata la “cifra” caratterizzante il mandato che a breve concluderemo, nel tentativo quotidiano di riequilibrare i rapporti tra libertà dell’uomo e determinismo della tecnica, promuovendo quella fiducia nel digitale, indispensabile per il suo sviluppo e per la sua stessa sostenibilità. si giocherà una delle partite più importanti della democrazia e dello stesso ordinamento internazionale, per governare l’innovazione nel rispetto dei diritti e della dignità.